venerdì 10 luglio 2009

RIFLESSIONI SUL G8

Il presidente della repubblica italiana Napolitano ha espresso il suo pensiero davanti ai Grandi della terra: "La crisi mondiale può essere superata soltanto insieme", occorre unire le forze, allargare le alleanze, collaborare tra Stati.

La Cina e l'India sollevano una questione: "Adesso che ci stiamo sviluppando attraverso l'industrializzazione, dobbiamo diminuire la produzione economica per diminuire di conseguenza le emissioni di anidride carbonica?"
Capisco la reazione dei Paesi "in via di sviluppo": non vogliono rallentare nella corsa allo sviluppo, sul modello degli Stati Uniti e dei Paesi europei. Da una parte si sentono definiti "arretrati" e dall'altra devono rispondere con le stesse responsabilità dei loro impoveritori.

Abbiamo visto un Berlusconi super contento, angelicamente educato, indifferente alle domande dei giornalisti di tutto il mondo. "Un uomo pubblico deve rispondere anche della sua vita privata!" E subito accusa "Repubblica" di aver voluto rovinare il G8 e di non esserci riuscita!

Queste manifestazioni a livello mondiale, avranno una ricaduta concreta sulla vita dei Paesi più poveri? Oggi i Grandi parleranno del continente africano... il bacino di riserve (illimitate?) delle loro economie di sfruttamento...
Parleranno di quello che succede in Congo e in Ruanda, dove la gente muore di fame pur camminando sopra l'oro? Parleranno della situazione in Libia, dove anche il governo italiano è complice dei sistemi di criminalità organizzata? Parleranno delle dittature morbide, travestite da democrazia, dove presidenti filoeuropei e corrotti governano da decine di anni, lasciando il loro Paese in balia di se stesso?

Parole, parole, parole... Chiacchere, discorsi diplomatici, sorrisi e strette di mano... quanto cambieranno le politiche ingiuste di questo mondo?

Sono contrario alla politica dei grandi eventi, delle manifestazioni oceaniche, dei summit internazionali dal valore simbolico. Sono favorevole piuttosto ad una politica di scelte concrete, piccole ma efficaci, coerenti con i discorsi dal sapore umanitario. Il nuovo ddl sulla sicurezza, approvato dal Senato italiano, si muove forse in sintonia con la logica solidaristica espressa in questi giorni a L'Aquila? L'Italia si impegna a ridurre di due gradi la temperatura mondiale entro il 2050 ma non si impegna a garantire dignità e lavoro ai suoi cittadini italiani e agli stranieri che, per varie ragioni, emigrano dai loro Paesi.

Le contraddizioni aumentano, i nostri occhi sono assuefatti da incontri del genere, oltre all'emozione e all'entusiasmo del momento, cosa resterà?

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