martedì 9 febbraio 2010

CONDANNA PRETI PEDOFILI: E LA PREVENZIONE?

IL BICCHIERE MEZZO PIENO
di Ernesto Miragoli

Non solo da ieri i giornali titolano a tre colonne la ferma condanna papale sui preti dei quali è stato acclalarato in sede giudiziale il reato di pedofilia evidenziando i senza "se" e senza "ma" di papa Ratzinger.
Non perdo righe per dichiarare il mio assoluto consenso al comportamento papale:guai se così non fosse! Guai se tali perversi soggetti fossero "coperti" e blanditi in nome di una carità cristiana che tale non è. Gesù avrebbe preso la frusta, come nell'episodio delle bancarelle del tempio di Gerusalemme.
Ma il bicchiere è mezzo pieno.
La pedofilia è un atteggiamento che evidenzia, in chi lo pratica, una mancata maturità sessuale che degenera in perversione. Ma anche l'ostinata ricerca del sesso etero ed omo praticato da uomini di chiesa nel silenzio omertoso delle canoniche e dei conventi è segno di mancanza di maturità sessuale e di perversione.
E qui nessuno condanna, nessuno processa, nessuno considera il problema.
Nelle mie richieste di colloquio con esponenti dell'episcopato per accendere la loro attenzione in merito all'anodinità della legge celibataria, fra gli argomenti che adduco sottolineo proprio la mancanza di maturità sessuale da parte di uomini e donne di chiesa che sono portati alla scelta della vita consacrata con la convinzione che il sesso sia sporco, peccato, cosa da non farsi, argomento di cui non parlare, realtà dalla quale stare lontani se si vuole intraprendere questa strada.
Si generano così uomini e donne "monchi e monche"; uomini e donne che vivranno pulsioni e sentimenti come tutti i loro simili, ma che inibiranno i sentimenti stessi o lo sfogheranno in silenziosi angoli solitari od omertosi giochi di coppia di cui si pentiranno prima, durante e dopo, ma di cui sentono di non poterne fare a meno e di cui si rimprovereranno dapprima colpevolizzandosi profondamente e poi cercando disperatamente un'assoluzione sacramentale da un prete che non conoscono e che non lo conosce, macerandosi nell'interrogativo che fu già di S.Paolo:"Video meliora proboque, deteriora autem sequor".
Il bicchiere è mezzo pieno perchè non basta la condanna senza "se e senza "ma": ci vuole la medicina.
Una medicina che riveda la teologia e la spiritualità cattolica in cui l'uomo e la donna sono creature di Dio, immagine dell' "Amor che move il sole e l'altre stelle", complementari anche (ma non solo) nella diversità fisica e compagni nelle strade di una vita che scelgono di vivere come coppia o da singoli. Papa Ratzinger avrebbe i titoli per dedicarsi a questa importante riforma ecclesiale: è teologo serio e rigoroso, è studioso di vasta cultura, è uomo sensibile e forte fede.
Gli manca il coraggio?

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