martedì 6 aprile 2010

Le inutili preoccupazioni di qualsiasi fondamentalista

Rivendicare il primato è tempo perso!


Quanti svolgono il ruolo etico di profeti nelle diverse religioni dovrebbero spingere i loro correligionari a rinunciare a pretese di superiorità, perché è molto più importante e urgente mettere in pratica il messaggio di Gesù (o di Maometto o di Buddha o di Krishna) che intendere tale messaggio come l’unica e definitiva via di salvezza. Di fatto, non è necessario essere sicuri che Gesù sia l’“unico cammino” per impegnarci pienamente a camminare per questo cammino. Effettivamente, spendere energia e tempo per cercare di convincerci e di convincere altri del fatto che Gesù sia l’unico o il migliore può diventare una distrazione o una scusa per non seguire Gesù nel duro lavoro di amare il nostro prossimo e di trasformare questo nostro mondo. Insistere sul fatto che “il nostro è il meglio” è, lo credo fermamente, un impedimento per “fare il meglio che possiamo fare”. (...).

“Qui il Santo Corano ci offre un consiglio sensato e realista: Se Allah lo avesse voluto, vi avrebbe creato come una sola comunità, ma non lo ha fatto per mettervi alla prova in ciò che vi ha concesso; pertanto, competete nel fare opere buone. Tutti voi tornerete a Dio ed Egli vi rivelerà la verità su quanto state disputando” (5:48). Allora, le nostre preoccupazioni su quale religione sia la migliore possiamo riporle sullo scaffale della Escatologia. Se una volta si dovrà rispondere a queste domande, sarà più tardi, non può essere ora. Ora dobbiamo parlare insieme, camminare insieme, agire insieme e insieme “competere nel fare opere buone”.

(tratto da un articolo di Paul F. Knitter)

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