giovedì 17 febbraio 2011

Spicchi d'Africa


Un'iniziativa per sostenere un mio progetto in Camerun,
di collaborazione con un gruppo di giovani di un villaggio,
per la costruzione e il funzionamento di un
Centro di Formazione per i Giovani.


L'associazione "Progetto Sole 2001" presenta:

SPICCHI D'AFRICA

(proiezione fotografica - durata 61 minuti)

sabato 26 febbraio 2011 ore 19

presso il Centro Congressi Papa Luciani

ingresso libero

• Sarà gradita la sua partecipazione alla cena ore 20.15 (quota pro-capite) euro
25). Si prega di confermare ad Adriano (049/685390; 049/640377;
347/1031278) e-mail mimetsnc@tiscalinet.it (max. 200 posti)
• La serata è a sfondo solidale per la realizzazione di un progetto a NGAMBE’
TIKAR (Camerun) per la costruzione di un centro di formazione per i giovani
• Le persone generose troveranno una scatola “Contributi per il Camerun” al tavolo Reception del Centro Congressi Papa Luciani

mercoledì 16 febbraio 2011

Amore negato

Un fenomeno più vasto di quello che pensavo!

Stamattina ho ricevuto una mail.
A pranzo ho ricevuto una telefonata.
Questo pomeriggio ho ricevuto un sms.
Di donne innamorate di preti che le hanno usate e poi gettate.
Che, in alcuni casi, le hanno plagiate.
Che hanno paura di deludere genitori e fedeli.
Che progettano di vivere un rapporto in clandestinità.

Richieste di ascolto. Consigli. Silenzi.
Di donne che hanno paura di venire scoperte, non per vergogna, ma per non rovinare la reputazione del loro amore o venire isolate da familiari e amici.

Storie di sofferenza scritte da nessuno. Ignorate da papi e vescovi, banalizzate da laici clerocizzati. Giustificate da teologie spiritualistiche.

Alcuni mi diranno: "è un tuo chiodo fisso! La Chiesa è altro!"

Che rabbia! Mi sento impotente. Vorrei fare qualcosa per queste donne. Come se, in questi casi, l'ascolto, pur importante, non sia sufficiente. Vorrei gridarlo, sulle piazze: "Dimettiti da quell'altare! Accetta tuo figlio! Prenditi le tue responsabilità! Sii uomo!" E ancora...fino a formare un coro e trasmettere forza.

Vorrei creare una rete, una rete di reti sommerse. Per abbattere la solitudine e la paura, e dare speranza.

domenica 13 febbraio 2011

Enigmi italiani

Enigma italiano: Berlusconi "mantiene" il consenso perchè - secondo Vittorio Messori intervistato da Gad Lerner - rappresenta per i cattolici italiani l'incarnazione del perseguitato, come lo è stato Gesù, "agnello mansueto condotto al macello".
Vi piace questa interpretazione-distorsione?

Enigma italiano: la Lega ha promesso che avrebbe contrastato il fenomeno degli sbarchi a Lampedusa e dell'arrivo di altri clandestini. Come può pretendere un partito di fermare un processo sociale che da millenni caratterizza la nostra storia? L'immigrazione e l'emigrazione ci sono sempre stati e ci saranno finché esiste l'essere umano, viaggiatore e nomade. Finché esiste la forza di gravità!

Enigma italiano: il nostro Paese può vantare la presenza di opere d'arte invidiate da tutti, una tradizione culturale straordinaria. Quanto si investe per conservare e far apprezzare al mondo tutto questo?

sabato 12 febbraio 2011

L'appello delle donne e per le donne

Se non ora quando?

PADOVA – 13 febbraio, ore 14.00 due cortei in contemporanea partiranno dallla Stazione FFSS e in Prato della Valle, angolo Via Umberto I°, ore 15,00, Piazza dei Signori, per chiedere un Paese che rispetti le donne.

"Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni."



" I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo "
(S.Pertini - Messaggio di fine anno - 1978)

giovedì 10 febbraio 2011

Una grande verità

Ogni uomo è straniero di qualcun'altro

domenica 6 febbraio 2011

Un manifesto contro il razzismo

Poesia di Luca Spallino di Como,
che ha vinto il primo premio per la categoria "Scuole Elementari".

Sopra il banco di Mohamed

C’è una penna rossa e blu

E su quello della Farah

Il suo astuccio di Minou

Daisy arriva un po’ in ritardo

Ma Sadew ancor di più

E Rasmika corre in tondo

E felice va su e giù

La merenda di Yasin

L’ha mangiata Marilù

Questi sono i miei compagni

E il razzismo non c’è più!


Luca Spallino

sabato 5 febbraio 2011

La voce del popolo

La situazione in Egitto

Siamo sempre condizionati dalla televisione! Ho sentito oggi al Tg2 parlare di "pericolo anarchia", ed è quello che molti colleghi operai mi riferiscono: "Hai visto cosa sta succedendo in Egitto? Tutta quella gente pericolosa?"

Le manifestazioni sembrano essere sempre negative, il silenzio del suddito sempre positivo. E' questo il messaggio che passa in Italia. Chi protesta sono sempre gli estremisti dei centri sociali, non gente "normale", famiglie, cittadini stanchi!
E il pericolo sembra essere solo ciò che si vede, il sangue che scorre... e non le ingiustizie e gli omicidi mascherati da sorrisi e discorsi diplomatici.

La violenza fisica va sempre evitata, ma non vi sembra di essere ugualmente violentati quando nel nostro Paese domina la politica della menzogna?

Ma noi italiani saremmo in grado di scendere a milioni in piazza per chiedere le dimissioni del nostro dittatore?
Qualcun'altro sottolinea però che Mubarak è al governo da 30 anni!
Forse per noi è più difficile: non si tratta solo di mandare via un individuo o la cerchia a lui stretta (sarebbe già abbastanza!), ma di rivedere un vero e proprio modo di pensare, una cultura, una mentalità.

mercoledì 2 febbraio 2011

E' nato Gabriel


Nascita

Siamo nati dal sole
E viviamo in un mondo che il fuoco aveva solo acceso
Veniamo da rumori indistinti del nostro passato
Rovesciando tombe per diventare vermi
Ricordando per prima la scintilla della nostra anima
E in qualche luogo del cielo che tutto abbraccia
Volteggiamo con i nostri miti
Di re che governano sotto di noi
Chiese che governano le menti
L’autorità della razza
Ma ancora quando respiriamo l’aria più vivida
Per rappresentare la luce della risata
Le nostre luci fiammeggiano con paradossi
Perché abbiamo familiarità con ciò che non si conosce

Napo Masheane (poetessa del Sud Africa)

domenica 30 gennaio 2011

Litanie democratiche

Dittatori, dimettetevi!

Sali Berisha si dimetta! Albania democratica!
Ben Alì si dimetta! Tunisia democratica!
Hosni Mubarak si dimetta! Egitto democratico!
Silvio Berlusconi si dimmeta! Italia democratica!
...

Dalla Tunisia all'Egitto, un'aria di libertà

L'eccezione araba al declino

Innanzitutto, il mantenimento di regimi autoritari che non rendono mai conto ai loro cittadini. Se esiste (o piuttosto se esisteva) un’ «eccezione araba», si trattava proprio di questo: questi regimi hanno conosciuto una longevità senza precedenti e perfino la grande ondata di democratizzazione che ha travolto l’Europa dell’Est, l’Africa, l’America latina, si è infranta contro il muro delle dittature del Vicino Oriente e del Maghreb. Mubarak è presidente dal 1982, Ali Abdallah Saleh dirige lo Yemen dal 1978 e, nel 1999 ad Amman Abdallah II è succeduto a suo padre, che a sua volta era salito al potere nel 1952. Per non parlare della Siria, dove Bashar Al Assad ha preso il posto del padre, al potere dal 1970, o del Marocco, dove il re Mohammed VI ha sostituito nel 1999 suo padre, che aveva regnato a partire dal 1961, della Libia dove Gheddafi imperversa dal 1969 e prepara suo figlio a succedergli. Quanto al tunisino Ben Ali, era presidente dal 1989, senza interruzione né condivisione del potere.

Alain Gresh

(leggi tutto)

Appello per l'Egitto

Ricevo e pubblico

Il regime egiziano ha appena tagliato tutte le linee per fermare le proteste previste fra poche ore.

Ci sono già migliaia di ragazzi fatti sparire in queste ore nei centri di detenzione messi in piedi dalla polizia. Alcuni sono in fin di vita per i maltrattamenti. Le associazioni di avvocati che hanno tentato di intervenite hano avuto il telefono fuori uso già da ieri. Da martedì la polizia sta sparando su cameraman e fotografi per bloccare la fuga di notizie. Le ultime notizie ricevute annunciavano progromi di un bagno di sangue dato che le forze speciali venivano lentamente stanziate per le strade del Cairo. Serve aiuto, e adesso. Mi spiace per il tono del messaggio ma siamo tutti allarmati, un gesto del genere non ha precedenti.

Niente internet, niente SMS, niente telefono. NON SAPPIAMO COSA STIA PER SUCCEDERE nel paese che ospita una delle più repressive dittature al mondo. Non l’aveva fatto la Birmania, non l’aveva fatto l’Iran, l’ha fatto l’Egitto.

Per favore, tutti, fate qualcosa. Scrivete un Email!

Seguendo questo link trovate i numeri di fax del governo (sicuramente le loro linee funzionano). Spammatele. E girate. Sono lasciatevi chiudere gli occhi sull’Egitto. Non avete idea del fegato che ci vuole per alzare la testa di fronte alla polizia egiziana. Non voltiamo le spalle a un popolo represso da trent’anni.

http://www.peoplesliberationfront.info/

altrimenti se volete appellarvi direttamente alla Casa Bianca, che poi è l’unica che può fermare quanto sta per succedere, potete scrivere qui: http://www.whitehouse.gov/contact

Di seguito se volete c’è un esempio di testo:

to the President Barack Obama

As I am writing, your middle eastern ally and president of Egypt Hosni Mubarak has just shut all communications throughout the country. There are no phonelines, no sms, no internet. WE CAN’T KNOW WHAT’S HAPPENING.

You defended the green Revolution in Iran, you condemned oppression.

Yet no one ever dared doing whet Hosni Mubarak just did. And there rest of what he is about to do.

The last communciations we got from Cairo said Special forces were being deployed in the streets. Dear President, let us be clear: a lot of people are going to die tonight. They will die in silence and darkness.

You are the only one who can stop a massacre. Stability in Middle East does not need a blood bath og f young democrats. Dear president, don’t let this massacre happen. Your word is the only one that can stop this massacre.


Vi prego, date mano alla tastiera.
Non lasciate che si spenga la luce così sugli egiziani!

sabato 29 gennaio 2011

Felicità: star bene con

Quarta domenica del Tempo Ordinario (Mt 5,1-12)

Ecco la proposta di Gesù: passare dal monte dei 10 comandamenti (se non fai questo, fai peccato!) al monte delle Beatitudini (se vuoi essere felice, prova a fare così!)

Come se dicesse: Se vuoi essere felice, scegli volontariamente di condividere quello che sei e quello che hai, così da sperimentare la bellezza della fraternità, qui in questa terra. Nell'ora del bisogno, ci sarà sempre qualcuno accanto a te!

Ma come? Quelli che ho aiutato di più, alla fine mi hanno voltato le spalle!

Beatitudine, felicità. Come si raggiunge?
Qualcuno mi ha detto: se vuoi rincorrerla non la prenderai mai, quando meno te lo aspetti, lei ti conquisterà!

Felicità. Meta personale o cammino comunitario?
Terapia di perfezione individuale o percorso di condivisione?
Eterno dilemma: devo prima stare bene io (con me stesso)o devo far star bene (aiutare) gli altri?

Terza via: stare bene con gli altri.
Un'immagine: due mani che si prendono, due mani povere, sporche, delicate o callose, in quel contatto la felicità, in quel sostegno.

Felici son sempre gli altri?
Beato te che hai un lavoro a tempo indeterminato!
Beato te che hai vinto al lotto!
Beato te che hai una famiglia, una casa, un permesso di soggiorno...


Comunque, il commento di Alberto Maggi è sempre molto illuminante!

Quando i perseguitati diventano persecutori

Ricevo e pubblico























Questo bambino che per lo spavento si è fatto la pipì addosso non è diverso dal bambino ebreo avviato al campo di sterminio dopo essere stato separato dalla sua famiglia. Se il mio dolore per quanto è accaduto è vero non posso non chiedere che questo bambino palestinese venga restituito alla libertà ed alla sua famiglia.
Nel giorno della memoria ricordiamo assieme ai martiri dell'Olocausto i prigionieri palestinesi che languono nelle carceri di Israele, i mille bambini rinchiusi e forse oggetto di sperimentazioni, il genocidio a bassa intensità della popolazione inframmezzato da orrendi massacri dei palestinesi che dura da sessanta anni sotto gli occhi indifferenti di "Voi che state nelle vostre tiepide case...."
mentre le case dei palestinesi e le loro terre vengono distrutte dalle ruspe e dai bombardamenti.

giovedì 27 gennaio 2011

Per non dimenticare

Non esiste nè razza pura, nè Terzo Mondo!


“La complessa opera di educazione e istruzione dello Stato popolare
deve trovare il proprio coronamento
nel riuscire a far diventare istintivo
il sentimento di razza
nel cuore e nel cervello della gioventù.
Nessun fanciullo e nessuna fanciulla
deve lasciare la scuola
senza essersi reso conto fino in fondo
dell'essenza della necessità
della purezza del sangue”.



Adolfo Hitler (Mein Kampf)

Parole che hanno indotto alle incredibili crudeltà dei campi di concentramento e di sterminio. La biologia moderna ha dimostrato che il concetto di razza e di sangue sono infondati.

lunedì 24 gennaio 2011

Un grazie alla Comunità Cappuccini di Schio

Invitare un prete sposato, e per di più senza dispensa, cioè "non in regola" secondo la dottrina cattolica, in un convento di frati cappuccini per una testimonianza, non è cosa da tutti i giorni! Qualche anno fa era impensabile, oggi in alcune realtà ecclesiali aperte è possibile.
Il racconto della mia esperienza, delle mie scelte, si inserisce in un percorso comunitario di riflessione sull'autenticità. "Una persona che segue se stessa e affronta quello che c'è senza bisogno di doversi schermare, credo sia un essere autentico..." era scritto su un quadretto che mi hanno regalato alla fine.
Ero emozionato. Ultimamente sono abituato a scrivere, e poi ci vorrebbero giorni interi per raccontare tutto quello che ho vissuto e che penso.
La comunità era attenta, partecipe, ricca di domande. "Come poter valorizzare la ricchezza di molti preti sposati che potrebbero animare le comunità cristiane?" Domande anche senza risposte, come vedete. Chissà! La consapevolezza di essere base, humus, seme, poca cosa difronte alla gerarchia, ai dogmi, al sistema, si leggeva negli occhi di tutti. Ma quanta voglia di autenticità!
Importante anche l'intervento di una signora dispiaciuta quando ho detto che tutte le religioni sono uguali. Non mi ha giudicato, ha espresso un disagio, e si è sentita libera di farlo. Persone mature dunque, non pecore o fondamentalisti cattolici.
Grazie ad una fraternità di religiosi, ma prima di tutto uomini. Nella loro relazione positiva, nella condivisione reale, e nella voglia di conoscersi sempre di più, sta la loro forza. Le persone che entrano nel convento, trovano accoglienza, semplicità e tanta umanità! "Hanno aperto il convento: scandalo!" Ma sta qui il loro vangelo e la loro serenità.
Insomma ho dato sì, ma ho anche ricevuto. Mi fa solo bene incontrare comunità cristiane autentiche, per recuperare fiducia in questa chiesa.

mercoledì 19 gennaio 2011

A tutti i fotografi


-Perchè voi bianchi ci fotografate solo quando siamo mezzi nudi, malvestiti e sporchi?

-Perchè così strappiamo più lacrime e raccogliamo più soldi!

-Così non va bene! Fotografateci invece quando siamo ben vestiti, pettinati e profumati! Meno soldi e più dignità!

martedì 18 gennaio 2011

Lettera

Bare italiane e bare americane

di Elisa Merlo

Un altro soldato italiano ucciso in Afghanistan.
Presidente della Repubblica, ministri del Governo, non potreste risparmiarci le ennesime espressioni di "profonda commozione", di "partecipazione al dolore dei familiari", di "dolore e cordoglio"?
Non potreste fare a meno di ricordarci che la bare italiane sono il "carissimo contributo pagato dai nostri soldati nella loro quotidiana lotta contro il terrorismo internazionale"?
Lo sappiamo, lo sappiamo. E conosciamo bene il vostro sincero dolore.
Ma alle volte il silenzio è più efficace delle parole, che ripetute troppe volte, finiscono per perdere senso.
E vi assicuro che senso non hanno per coloro che il dolore lo provano davvero.
Molti italiani, forse la maggior parte, aspetta da voi una sola cosa: che i soldati li facciate tornare a casa.
E sarebbe molto triste se questa decisione fosse presa solo quando sarà il popolo americano ad essere stanco di vedere le bare dei marines.

domenica 16 gennaio 2011

Due visioni diverse: a chi credere?

Il sindacato in crisi: Landini contro Farina


Maurizio Landini, Fiom-Cgil

1)Noi abbiamo considerato il referendum illegittimo.

2)Votando sì, vengono tolti dei diritti ai lavoratori. Chi l’ha detto che per investire occorre togliere diritti ai lavoratori? (Tratto dall'intervista su "Che tempo che fa" di sabato 15 gennaio)

3)Ci sono diritti che sono indisponibili per qualsiasi trattativa, altrimenti non faremmo i sindacalisti. (Tratto dall'intervista su "Che tempo che fa" di sabato 15 gennaio)

4)Pari dignità fra lavoro e impresa, il lavoro non deve spezzare il lavoratore e inserire la sua vita in un ingranaggio che lo stritoli, privandolo di tempo e libertà da investire nella sua persona. (Tratto dall'intervista su "Che tempo che fa" di sabato 15 gennaio)


Giuseppe Farina, Fim-Cisl

1)I referendum di Pomigliano e Mirafiori sono legittimi, in quanto gli accordi non violano alcun diritto costituzionale o indisponibile. (Tratto dalla lettera della segreteria nazionale Fim-Cisl alle delegate e ai delegati)

2)A Mirafiori e Pomigliano sono stati raggiunti accordi fondamentali su investimenti, turnistiche e utilizzo impianti. Nessun diritto è stato toccato, anzi si è difeso il lavoro e la prospettiva per migliaia di lavoratori. (Tratto dalla lettera della segreteria nazionale Fim-Cisl alle delegate e ai delegati)

3)Ci sono punti che anche noi avremmo preferito modificare. Se dovessi firmare solo gli accordi che mi piacciono non farei il sindacalista. (Tratto dall'intervista a Farina su Repubblica del 3.01.11)

4)La verità è che un pezzo importante della sinistra italiana fatica
maledettamente a fare i conti con la società globale. L'ideologia ai tempi della concorrenza globale non aiuta anzi rischia di assomigliare alla retorica dell'ovvio. Serve anche a sostenere che non esiste, in linea di principio, negoziato o accordo che un sindacato non possa sottoscrivere. (Tratto da un articolo di Dario di Vico sul Corriere del 30.12.10)

Un invito, segno di amicizia

La comunità del Convento Frati Cappuccini san Nicolò...
mi ha invitato domenica prossima, 23 gennaio, per una testimonianza.
Ringrazio fra Dino, Anna e Mascia per l'invito e l'amicizia.


"Continua il nostro cammino per quanti desiderano seguire un percorso di approfondimento sul tema scelto per quest'anno: "alla ricerca di una vita autentica".
Nella seconda domenica della Comunità di questo nuovo anno pastorale incontreremo Federico Bollettin. Federico è un amico che abbiamo incontrato varie volte in alcuni incontri organizzati da lui con persone che stanno cercando di vivere la vita in modo coerente con se stessi e con il Vangelo. E' un persona che sicuramente può farci riflettere sulla nostra vita, sui nostri desideri più profondi…"

Una bella notizia

Vincono i movimenti: al voto l’acqua pubblica

Si andrà alle urne in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno: a meno di elezioni politiche.

Per la prima volta viene ammesso un referendum promosso da associazioni e movimenti!

(tratto da "Il fatto quotidiano")

venerdì 14 gennaio 2011

Le obiezioni di molti teologi e teologhe alla beatificazione di Giovanni Paolo II

"Noi Siamo Chiesa" chiede chiarezza

[...]Tenendo peraltro conto della sovraesposizione mediatica che si è verificata, non sempre per motivi spirituali, durante gli ultimi giorni della malattia del papa e in occasione del suo decesso, ci sembra opportuno proporre dei riferimenti a quelle donne e uomini cattolici che – senza voler ignorare naturalmente gli aspetti positivi del suo pontificato, come l’impegno per la pace o il tentativo di ammettere le colpe storiche dei figli e figlie della Chiesa nel passato; senza negare aspetti virtuosi della sua persona; e senza volerne giudicare l’intima coscienza – danno però una valutazione per molti aspetti negativa del suo operato come papa. Perciò, con questo appello invitiamo tali persone a superare la ritrosia e la timidezza, e ad esprimere formalmente, con libertà evangelica, fatti che, secondo le loro conoscenze e i loro convincimenti, dovrebbero essere d’ostacolo alla beatificazione.

Le/i firmatari del presente appello ritengono che, rispetto al pontificato di Giovanni Paolo II, si debbano criticamente valutare, in particolare, i seguenti punti:

1° - La repressione e l’emarginazione esercitate su teologi, teologhe, religiose e religiosi, mediante interventi autoritari della Congregazione per la dottrina della fede.

2° - La tenace opposizione a riconsiderare – alla luce dell’Evangelo, delle scienze e della storia – alcune normative di etica sessuale che, durante un pontificato di oltre 26 anni, hanno manifestato tutta la loro contraddittorietà, limitatezza e insostenibilità.

3° - La dura riconferma della disciplina del celibato ecclesiastico obbligatorio nella Chiesa latina, ignorando il diffondersi del concubinato fra il clero di molte regioni e celando, fino a che non è esplosa pubblicamente, la devastante piaga dell’abuso di ecclesiastici su minori.

4° - Il mancato controllo su manovre torbide compiute in campo finanziario da istituzioni della Santa Sede, e l’impedimento a che le Autorità italiane potessero fare piena luce sulle oscure implicazioni dell’Istituto per le opere di Religione (Ior, la banca vaticana) con il crack del Banco Ambrosiano.

5° - La riaffermata indisponibilità del pontefice, e della Curia da lui guidata, ad aprire un serio e reale dibattito sulla condizione della donna nella Chiesa cattolica romana.

6° - Il rinvio continuo dell’attuazione dei princìpi di collegialità nel governo della Chiesa romana, pur così solennemente enunciati dal Concilio Vaticano II.

7° - L’isolamento ecclesiale e fattuale in cui la diplomazia pontificia e la Santa Sede hanno tenuto mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, e l’improvvida politica di debolezza verso governi – dal Salvador all’Argentina, dal Guatemala al Cile – che in America latina hanno perseguitato, emarginato e fatto morire laici, uomini e donne, religiose e religiosi, sacerdoti e vescovi che coraggiosamente denunciavano le «strutture di peccato» dei regimi politici dominanti e dei poteri economici loro alleati.

giovedì 13 gennaio 2011

Lettera aperta dell'Arcigay ai cattolici italiani

Comunicato stampa dell'Arcigay nazionale del 12 gennaio 2011

Una lettera aperta ai cattolici italiani e oltre 300 inviti a vescovi e cardinali per un incontro, così Arcigay celebrerà quest’anno la giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità che si terrà, domani 13 gennaio 2011.
La ricorrenza nasce per la commemorazione di Alfredo Ormando, giovane siciliano che il 13 gennaio 1998 si diede fuoco a Roma in Piazza San Pietro per protestare contro l’atteggiamento della Chiesa Cattolica nei confronti degli omosessuali.

Nella lettera aperta Arcigay che si rivolge ai credenti, a teologi e all’associazionismo cattolico tutto si legge:

“Mentre scriviamo in 7 Paesi per l’omosessualità è prevista la pena di morte, e per ben 80 Paesi essere gay o trans è un reato punito con l'arresto o la detenzione arbitraria, trattamenti crudeli, inumani e degradanti. Ci permettiamo pertanto di rivolgerci a voi per stimolare una riflessione finalizzata all'affermazione e alla tutela dei diritti umani fondamentali e la salvaguardia della vita e della libertà di molte donne e uomini che subiscono questo genere di violenze, nella consapevolezza che la promozione e la difesa della vita umana possa essere un terreno sul quale trovare delle convergenze e delle positive collaborazioni”.

(leggi tutto)

domenica 9 gennaio 2011

La proposta di Josè Maria Castillo

Conoscere Dio a partire da Gesù

"Mi limito a fare una proposta: analizzare e tentare di conoscere Dio a partire da Gesù e non Gesù a partire da Dio. Ciò suppone che delimitiamo quello che possiamo sapere su Dio a partire da quello che ci rivela Gesù nella sua vita, nei suoi comportamenti e nelle sue parole".

(tratto da: J. M. CASTILLO, La humanización de Dios. Ensayo de cristología, Editorial Trotta, Madrid, 2009)

Speriamo che una casa editrice italiana traduca questo testo!

Sindrome da sciacquone


Dopo il viaggio in Camerun...

Ecco una breve riflessione di Fabio, compagno di viaggio in Camerun, che ci riporta ai quei piccoli gesti quotidiani che, alla fin fine, determinano la vita del nostro pianeta.


Oramai la chiamo
"sindrome da sciacquone"
(sciacquone: s.m. dispositivo che consente di scaricare a comando
l'acqua nei gabinetti)
e mi colpisce ogni qual volta torno da una certa Africa.

E' una sensazione dolorosa che agisce attorno alla coscienza
quando è il momento di premere quel pulsante
alla prima pisciata in territorio italiano
e vedere la mia urina trascinata via da quella preziosa onda.

Fabio Romanato

(nella foto: "C'è un secchio che ci interpella: è possibile usare l'acqua della doccia per il wc?)

mercoledì 5 gennaio 2011

L'epifania del volto


Pensieri di Emmanuel Lévinas

L'epifania del volto umano costituisce un varco nella crosta dell'essere.

L'esperienza assoluta non è svelamento, ma rivelazione: manifestazione privilegiata d'Altri, manifestazione di un volto al di là della forma.

La pelle del volto è quella che rimane più nuda, più spoglia: la più nuda, benchè di una nudità dignitosa.

Il volto del prossimo mi significa una responsabilità irrecusabile, precedente ogni libero assenso, ogni patto, ogni contratto.

Il volto attesta la presenza del terzo, dell'umanità intera, negli occhi che mi guardano.

martedì 4 gennaio 2011

Quanto siamo diversi!

L'articolo che vi propongo conferma un disagio che aumenta sempre di più dentro la nostra chiesa. C'è chi fa passi in avanti, chi indietro. Chi rimane fermo, chi scompare. Certo non è un bel periodo per molti preti e per le comunità cristiane!



(tratto dal giornale di Vicenza di oggi)

È Natale e il parroco se ne va

Pedemonte-Vicenza. Don Massimo Sbicego, senza avvisare i fedeli, lascia la sua comunità ed entra in una congregazione. Alla Diocesi di Vicenza ha spiegato di essere passato fra i “tradizionalisti lefreviani”.

Pedemonte. "El prete xe scapà", "El prete xe sparìo", "… l'è 'nda via sensa dir gnente a nissùn": sono state queste le prime affermazioni seguite alla notizia che don Massimo Sbicego non è più parroco di Pedemonte, Casotto e Lastebasse.
Il sacerdote, 38 anni, nativo di Montecchio Maggiore, arrivato nell'alta valle dell'Astico nel settembre 2009 dopo essere stato vicario a Vicenza, nella parrocchia dei Ferrovieri, l'ultimo dell'anno non si era presentato nella chiesa di Brancafora per il "Te Deum". Subito le chiacchiere si sono diffuse in paese.
La sua asserita "fuga" è diventata argomento di discussione anche durante il cenone di Capodanno, nelle case e nei bar della zona. "El prete xe scapà, chissà dove ch'el sarà 'ndà". Nello stupore generale, c'è stato pure chi, per spiegare la sua decisione, ha adombrato la presenza di qualche tresca romantica, subito zittito da altri che ne lodavano l'integrità morale e spirituale. La giusta spiegazione è arrivata la mattina del 1 gennaio. Prima nella chiesa di Casotto, poi in quella di Brancafora, a celebrare la messa è stato don Stefano Mazzola, parroco di Velo d'Astico e vicario foraneo.
Fra lo stupore generale, all'inizio del rito, ha comunicato ai presenti che don Massimo non era più il loro prete, "non per un provvedimento da parte della Diocesi, ma per sua scelta, essendo passato alla Fraternità tradizionalista San Pio X" fondata da mons. Lefebre, non riconosciuta in piena comunione dalla Chiesa Cattolica romana". Tale decisione don Sbicego l'aveva riferita a mons. Lodovico Furlan, che attualmente, come Amministratore diocesano, sostituisce "ad interim" il vescovo. L'annuncio ha spinto più di qualcuno a cercare in Internet notizie su mons. Marcel Lefebvre, fondatore della stessa Fraternità, sospeso "a divinis" e successivamente scomunicato per aver professato la salvaguardia del sacerdozio con un ritorno alla tradizione pre-conciliare, col recupero della messa in latino, cancellando l'ecumenismo che riconosce par dignità alle diverse religioni, e non il primato del solo Cattolicesimo. L'allontanamento di don Massimo ha comunque lasciato attoniti. Non è un caso se proprio mons. Furian ha deciso di incontrare martedì 11 gennaio, alle 20, nella sala parrocchiale di Brancafora, i tre Consigli pastorali e degli affari economici.

domenica 2 gennaio 2011

Sognare... con i piedi per terra!

Un augurio per questo 2011

La pace non è un sogno: può diventare realtà;
ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare.
Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria,
ma tutti siamo nati per essere fratelli.
Non c'è nessuna strada facile per la libertà.
Non c’è passione nel vivere in piccolo,
nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere.
Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero.
Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità.
Questo è un ideale per il quale spero di vivere...
Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso.
Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni.
L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo.
Dopo aver scalato una montagna,
ci si accorge solo che ce ne sono tante altre da scalare.

Nelson Mandela

sabato 1 gennaio 2011

Il sangue è rosso, per tutti!

Il sangue

Chi può versare
Sangue nero
Sangue giallo
Sangue bianco
Mezzo sangue?
Il sangue non è indio, polinesiano o inglese.
Nessuno ha mai visto
Sangue ebreo
Sangue cristiano
Sangue mussulmano
Sangue buddista
Il sangue non è ricco, povero o benestante.
Il sangue è rosso
Disumano è chi lo versa
Non chi lo porta.

Ndjock Ngana, poeta camerunense

L'appello della tavola della pace


L'Italia che compie 150 anni, ripudia la guerra!

L’Italia
che amo, che festeggio e che voglio costruire
ripudia la guerra,
lotta contro la povertà,
taglia le spese militari,
investe sull’educazione,
rispetta i diritti umani,
cura la Terra.



La campagna “L’Italia ripudia la guerra” è promossa dalla Tavola della pace, dalla Rete italiana per il disarmo e da numerose altre associazioni. Aderisci anche tu!


Invia la tua adesione alla Tavola della pace, via della viola 1 (06122) Perugia - Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337 - email segreteria@perlapace.it

Appendi alla tua finestra la bandiera della pace, scatta una foto e inviala all’indirizzo: redazione@perlapace.it

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martedì 28 dicembre 2010

Elezioni in Sudan

Il reportage di Paolo Rumiz su Repubblica

Il 9 gennaio la parte Sud del Paese, cristiana e animista, voterà per staccarsi dal Nord a maggioranza islamica. Se Khartoum non riconoscerà l'indipendenza, scoppierà un nuovo conflitto. A sostenere lo sforzo della regione meridionale c'è l'Occidente, con gli Stati Uniti in prima fila: tutti pronti ad avviare l'estrazione di petrolio dalle paludi. (leggi tutto)

sabato 25 dicembre 2010

Cara mamma e bambino

Ricevo e pubblico

Abbiamo già pubblicato questo post su un altro sito, ma è propbabile che qui la mamma torni più volentieri e si senta piu accolta. Quindi se a Federico non dispiace lo posizioniamo anche qui.
Sarebbe stato bello questo spazio fosse più frequentato. Ma, si sa... come ai tempi di Gesù e poi Francesco: l'Amore non è amato. Quindi: Buon Natale... che dio ci conceda ancora Tempo per cambiare e rinnovare.

Salvatore A.- Emma U.


Cara Mamma e Bambino,
non perché si avvicina il Natale festeggiato dalla chiesa che parla con voce più forte, ma semplicemente perché abbiamo chiesto un segno e questo è apparso ed ha allontanato un po’ il dubbio: sullo scrivere o meno.

E perché per noi il Natale è quando accade la nascita di qualcosa o qualcuno di nuovo
Che non c’era prima. Un’idea nuova, un modo di fare gli auguri con parole nuove,
una ruga di espressione, un'attenzione. E soprattutto una persona nuova. Del tutto nuova, come un bambino neo nato dal basso o magari rinnovata, dall’alto.


Non abbiamo altro mezzo che questo per raggiungere te e con te quelle le maternità
vissute, in ogni tempo e luogo, tra incertezze, fatiche, rifiuti, tentennamenti, paure, umiliazioni, offese, ferite, violenza, freddo, morte. Uomini presenti, ma distanti, assenti, contrari.

Non conosciamo i fatti o non possiamo leggerli dall’esterno,ma abbiamo letto tra queste righe smarrimento e dolore e non siamo rimasti indifferenti.
Perché di tutte le morti possibili, quella che non vorremmo incontrare è proprio quella provocata dal virus diffuso dell’indifferenza e della presunzione. Nessuna appartenenza religiosa ci preserva dal temibile contagio.
Abbiamo provato a sostenere il tuo progetto attraverso qualche contributo sul sito attraverso il quale avevamo condiviso la tua storia ma come era prevedibile, è prevalsa su tutto e tutti, comprese le buone intenzioni, la necessità di preservare uno status quo di comodità e false certezze.

Il contrario del Natale, appunto.

Il Natale accade anche per ricordarci che ogni parto e ogni nascita rappresenta per la mamma che crea e per il bambino creato, un percorso difficile e talvolta traumatico, urgente da sconvolgere molti equilibri. Da quelli più micro (penso al miracolo prodigioso che avviene nel corpo della donna)a quelli macro.
Nessun pianeta dell’universo rimane estraneo (indifferente) ad un evento tale e così come lo influenza, altrettanto ne viene influenzato (alcune partorienti ben lo sanno anche se poi dimenticano )
Pertanto, mamma e bambino, non sentitevi abbandonati ,esclusi, invisibili o temibili. Quando accade è perché ogni tanto la lente del vs cannocchiale si appanna o è fuori fuoco. La vita e cio che vi contiene entrambi è più grande e generoso/a di tutto cio che offende e mette alla prova ogni giorno voi, la vostra vita e quindi anche la nostra

Gli angeli sospesi tra terra e cielo sono la conferma ai nostri dubbi: ogni cosa che nasce è stata desiderata da ciò che non ha nome, che non si puo nominare (definire con parole) talmente è immenso. Quando gliene attribuiamo insistentemente uno (di nome) è perché proiettiamo su lui certe dinamiche ancora umane da cui non ci siamo liberati. Ricorda. La maturità religiosa non certifica quella spirituale, anzi. Spesso l’una annulla l’altra.
La grotta è dove abitiamo, tra oscurità (i nostri occhi che non vedono), freddo (il nostro cuore che non è ben alimentato), roccia (la nostra abitudinarietà, durezza e rigidità...)
Maria e Giuseppe siamo noi. Sono un maschile e un femminile che non si conoscono e si sono frequentati pochissimo, ma vengono riunificati da un figlio.

Il nostro augurio attraverso le parole tradotte da chi ama e diffonde conoscenza.... gratis. Non per professione, né per ottenere alcunché.
Non citiamo testualmente, poiché non sono state scritte, ma solo ascoltate e ricordate.

Vi desideriamo:
Abbondanza di Sentimento, che è la capacità di superare ogni divisione creata o subita.
La Forza che è l'opposto del precedente dono e cioè la capacità di percepire i confini che ci separano e le differenze;
L'Armonia che è la capacità di trovare equilibrio e sintesi tra Sentimento e Forza.

Se abbiamo tutto questo già ricevuto, questa volta proviamo allora a donare,


Buon Natale

(Per commentare ulteriormente, rispondere e interagire vi rimando al post del forum Manda un messaggio di sostegno)

venerdì 24 dicembre 2010

Auguri sussurrati

natale è accoglienza

Mi-Vi auguro di accogliere
un sentimento,
un pensiero,
una persona,
un evento...
imprevisto,
scomodo,
pericoloso,
da tempo rigettato,
rifiutato e nascosto.

Aldilà delle categorie
del buono
o del cattivo!

Due pensieri autentici e liberi

Mi piacerebbe festeggiare la fine della paura; la paura che abbiamo tutti di lasciarci davvero interpellare da dubbi e incertezze, di lasciarci scuotere. Mi piacerebbe festeggiare la fine della paura di ascoltare. Ci stiamo abituando ad una vita urlata. E alzare la voce non è un modo per superare la paura di non essere visti e ascoltati?

Stefania Salomone


In questo clima di incertezza e di paura, vediamo che c'è il ritorno a forme religiose, che sono delle vere alienazioni perchè riscoprono un Dio estraneo al mondo, un Dio che s'incontra quando si fugge dal mondo. Questo non è il Dio di Gesù e soprattutto non è il Dio dell'uomo, perchè non si può realizzare un autentico cammino verso Dio senza passare per la relazione primordiale, costitutiva, che è il rapporto con l'altro, con il Tu.

Giuseppe Stoppiglia

mercoledì 22 dicembre 2010

L'arte di cucinare



Sulla testa un pezzo di legno,
quanto basta per cucinare
il pranzo per i bianchi.

Cous-cous di mais,
ovvero polenta:
tutto il mondo è paese.

Una mattinata intera per preparare
un pranzo semplice e genuino,
polenta con sugo di arachidi,
da gustare senza posate.

Marie cucina,
e non lascia rifiuti,
ciò che non si mangia
ritorna alla terra,
senza bisogno di intermediari autorizzati.

Noi mangiamo,
con le mani,
con la bocca,
con gli occhi,
piatto unico.

Ci vuol tempo e pazienza,
per un'opera d'arte da far mangiare!

Arrivano i bianchi!



A Ngambè-Tikar non c'è elettricità,
non ci sono pozzi,
non ci sono strade asfaltate,
non c'è la rete.

A Ngambè-Tikar
una donna ci offre papaia e banane,
una mamma dorme per terra con i suoi bambini
per lasciarci dormire sul letto.

L'ospite è sacro,
il bianco ha i soldi,
bisogna trattarlo bene.

E' possibile costruire relazioni autentiche,
nella terra ricca di contraddizioni e ambiguità?

Terapia antidepressiva

Lontani dall'Italia per un paio di settimane!

Rimanere fuori Italia per qualche giorno fa bene. Senza televisione, cellulare. Senza le solite baruffe di partito. In Camerun siamo famosi per le scarpe e la mafia. Ma più simpatici dei francesi, i loro colonizzatori.

Lontano dall'Italia per guardarmi da fuori. Quante cose faccio per abitudine? Per il semplice bisogno di fare?

Il ritmo africano mi innervosisce, e poi condanno lo stress che stanca. Dove sta l'equilibrio?

Lo choc da rientro: il freddo ci rinchiude dentro le case. Là la vita si svolge sempre fuori, lungo le strade. E' soltanto la conseguenza di un fattore meteorologico?

martedì 21 dicembre 2010

Son tornato

Dalla sabbia alla neve...

lunedì 6 dicembre 2010

Sono in Camerun























Dal 7 al 19 dicembre

...a mangiar mango, ananas, banane
...a respirare terra rossa
...a disintossicarmi da troppa cultura
...a riscoprirmi uomo

Una panoramica sull'immigrazione


Un libro, un regalo di intercultura

Nel sito che vi propongo di visitare http://www.bibmondo.it/att/migrazione/index.html, ci sono molti libri interessanti. Percorsi di lettura 2010. Percorsi di migrazione a cura di Mauro di Vieste.

Dateci un'occhiata!

Fede e Storia

Il pessimismo del papa

Nel 1972 il teologo Joseph Ratzinger scriveva: Lo scandalo più grave della fede cristiana sta nella sua mancanza di incidenza storica. Essa non ha cambiato il mondo ma se la fede non produca nulla, allora anche tutto quello che si può dire è vuota teoria.
Gli eventi dal tempo di quella data non hanno smentito il pensiero pessimista dell'attuale papa.

Le considerazioni di Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucault

Che cosa erano le comunità ecclesiali di base realizzate in Brasile come progetto uscito dal Concilio appena chiuso, se non una "incidenza storica" della fede sulle condizioni reali dei "senza terra"? Era facile convincere il Papa appena eletto, che veniva da una esperienza di lotta contro il comunismo, che queste comunità non erano altro che un "cattocomunismo" come cercava di convincere Reagan, Presidente di una nazione che ha sempre cercato il predominio sull'America Latina.

giovedì 2 dicembre 2010

Una tragica analisi

Dalle grandi crisi economiche,
si esce con le guerre,
che "rilanciano il mercato".
La storia insegna.
E' successo dopo la crisi del '29,
con la seconda guerra mondiale.
La situazione in Korea può essere un'anticipazione?


Roberto Schiattarella (economista)

lunedì 29 novembre 2010

Cosa sta succedendo a Rio?

(tratto dalla newsletter di Macondo)

A Rio ormai è guerra aperta. La versione ufficiale dice che i capi del traffico rinchiusi nel carcere di massima sicurezza di Catanduvas (a centinaia di chilometri da Rio) hanno ordinato l’attacco frontale alla città, hanno imposto ai loro uomini di seminare il panico. Il motivo sarebbe quello di “protestare” contro le UPP, unidade de polícia pacificadora, ossia i battaglioni speciali che occupano permanentemente altre favelas importanti, togliendo così spazio e potere ai narcotrafficanti e ripristinando una “normalità”.

(leggi tutto)

sabato 27 novembre 2010

Vari modi per attendere...

I domenica di Avvento (Mt 24, 37-44)

Attesa e Speranza
E' più bello attendere quando l'ideale è forte, il sogno è grande, le motivazioni sono radicali. Attendere la nascita di un figlio: solo una madre sa cosa significa! Attendere che il mondo cambi, con la speranza che sia migliore. Che questa Chiesa cambi, non solo papa, ma anche mentalità. Sì, rimango con la speranza che...

Attesa e Impotenza
E' più umano attendere quando accettiamo l'esperienza del limite, nostro, degli altri, di Dio... Vorrei cambiare Io il mondo, scovare le ingiustizie e risolvere i problemi, trovare la cura efficace alle malattie più diffuse in questa società... E se non ci riesco? Frustrazione, delusione, rabbia... Metto del mio, certamente, e attendo. Arrivo a qualche compromesso, non devo sentirmi giudicato. Arrivo a qualche conquista, bene, non sono l'unico. Non sono indispensabile! I sistemi, le istituzioni, le religoni, le economie, le persone... sono complessità, imperfette per natura.

Attesa e Pazienza
L'agricoltore attende e si prepara all'arrivo della primavera. L'attesa paziente è attesa attiva. Che fortifica lo spirito. Come posso insegnare ai miei figli ad essere pazienti? I risultati non arrivano subito, a scuola occorre studiare, i bei voti arriveranno. E io che insegno la pazienza, sono davvero paziente?

Attesa e Impegno
Per non lasciarsi vivere. Dio ha le nostre mani per intervenire... La religione non può diventare irresponsabilità ("Tanto è Dio che decide!"). Essere pronti, svegli, attivi, con la testa e il cuore in questo mondo, quello reale. Con tutti i suoi limiti... Puoi anche spegnere tutto e seguire la tua coscienza o il guru del momento e programmarti una vita da asceta. Ma è stare in questo mondo la vera sfida!

"Non aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni" (Madre Teresa) Non sono un suo fan, ma mi piace questa sua frase!

Qual è il tuo modo di attendere?

giovedì 25 novembre 2010

Una reazione al mio articolo

Che ne pensate?

Leggo sul "Mattino di Padova" di oggi, in prima pagina, l'articolo di Federico Bollettin "Chiesa, sessualità e preservativo".

Non ritengo inutile precisare che l'autore di quanto sopra è un sacerdote cattolico, il famoso "prete innamorato" di cui si occuparono le cronache.
Lo dico perchè mi risulta che un sacerdote cattolico dovrebbe conoscere e insegnare la dottrina, anziché "interpretarla" a proprio piacimento.
Ebbene, si dà il caso che la primarietà del "bonum prolis" tra i fini del matrimonio non sia, come parrebbe dall'articolo, la bizzarra trovata di qualche Padre della Chiesa un po' sessuofobo, ma dottrina costante della Chiesa, ribadita nello scorso secolo, tra l'altro, dalla "Casti connubii" di Pio XI e dalla "Humanae Vitae" di Paolo VI. La sessualità viene così "mortificata"? No, viene solo indirizzata al suo fine naturale, ricordando che N.S. Gesù Cristo e la Sua Santissima Madre per primi diedero l'esempio della perfetta castità additandola come modello a tutti i cristiani e in primis proprio ai sacerdoti. Anzi, gesù stesso, rispondendo in Luc. 20, 35-6 alla capziosa obiezione dei Sadducei circa la donna dei sette mariti, dà esplicitamente come causa dell'esservi o non esservi il matrimonio la possibilità o l'impossibilità di voler generare figliuoli per rimedio della mortalità. In cielo infatti (dice) "non si ammoglieranno né si mariteranno perché non possono morire". Invece per il signor Bollettin la "corporeità" è nientemeno che "il luogo privilegiato per incontrare Dio". Ma "il luogo privilegiato per incontrare Dio" non è la Sua casa, la chiesa?
"Fare all'amore per il gusto e il piacere di volersi bene ed essere felici, senza l'ossessione di dover procreare ad ogni costo, è un'esperienza che genera Vita": ma di quale "vita" sta parlando? Qual è la "vita" generata dalle coppie omosessuali? E' certo una metafora, ma è lecito usare le metafore per camuffare la realtà? Su questa base il sig. Bollettin, "sacerdote cattolico", non solo fa una grottesca caricatura della dottrina che dovrebbe predicare, non solo vorrebbe che si scindesse intenzionalmente il coniugio dalla procreazione, quasi che questa fosse una fastidiosa conseguenza, un fastidioso "effetto collaterale" di quello e non il suo fine primario oggettivo, non solo vorrebbe sfigurare con la contraccezione la natura stessa dell'amore coniugale, che è di per sé fecondo, non solo insulta San Gerolamo, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino di cui dovrebbe invece porsi umilmente alla scuola, ma vorrebbe addirittura (bestemmia inconcepibile per un laico, figuriamoci per un sacerdote) legittimare il peccato contro natura, che la Chiesa di cui si dice ministro condanna come colpa gravissima, che grida vendetta al cospetto di Dio. In questo senso egli naturalmente non si accontenta della già blasfema "apertura" di Joseph Ratzinger ma auspica che la Chiesa, piegandosi ai capricci dei "preti innamorati", cambi la dottrina bimillenaria che, ricordo, non è nemmeno sua ma che le è solo stata data in deposito per essere difesa e tramandata senza cambiarne uno iota. Cianciando di un "amore" che si esprimerebbe nei piaceri carnali, sganciati dal loro fine naturale, mentre, come ricorda Romano Amerio, l'amore cristiano si pone nella sfera della dilezione amicale, dell'agape, "per la quale nessuno dei due coniugi vuole l'altro, ma al di sopra di questo amore di concupiscenza vuole all'altro e con l'altro il proprio perfezionamento personale", non in quella della sensualità, dell'eros. Anche perchè, ricorda sempre il grande ticinese, la congiunzione carnale è proprio il momento della massima divisione tra le persone, "perdendosi nell'amplesso e la coscienza di sé e la coscienza dellaltro".
Dico, c'era bisogno di duemila anni di Cristianesimo per sentire ripetere sciocchezze come queste del "prete innamorato"? I pagani non dicevano cose diverse. La grande novità del messaggio cristiano, l'aveva capito un ateo intelligente come Prezzolini, è proprio la sua predicazione della castità: la verginità come condizione ideale, il matrimonio come scelta subordinata, non certo spregevole ma inferiore nella scala assiologica, e giustificato primariamente dal fine procreativo. Il che significa che la procreazione non deve mai essere positivamente esclusa.
Naturalmente nessuna censura pioverà sul capo del "prete innamorato": diciamo la verità, mica ha contestato l'autorità di Ratzinger. E, soprattutto, non ha "negato l'Olocausto".

Franco Damiani

mercoledì 24 novembre 2010

Chiesa, sessualità e preservativo

(pubblicato su Il Mattino di Padova di oggi)

L'apertura del papa all'uso eccezionale del preservativo fa notizia. C'è voglia di parlarne. In ogni caso si ripete quello che spesso è accaduto nel corso della storia della Chiesa: le grandi riforme partono dalla base. All'autorità non resta che riconoscere, tollerare e giustificare una pratica ormai diffusa tra i fedeli. Già da anni, associazioni cattoliche, missionari laici e religiosi, consigliano e consegnano profilattici come prevenzione all'Hiv. Anche coppie e fidanzati credenti non ne disdegnano l'uso quando lo ritengono opportuno. La realtà è che il libero arbitrio e il buon senso hanno prevalso sui dictat degli ultimi pontefici. Si attende quindi un'enciclica o un documento, che rassicuri il popolo cattolico e affermi con umiltà gli errori commessi dall'alto. Ma una riflessione seria e positiva sulla sessualità dovrebbe andare oltre le disposizioni pratiche sull'uso del preservativo. Al momento vi è un'apertura, ma ancora superficiale. La percezione è che si scelga il male minore, e non si proponga un'etica nuova, incarnata nella complessità di questa società. É come se le conclusioni ufficiali della Chiesa arrivino sempre in ritardo, anche di poco, rispetto a quelle che le persone comuni deducono con l'esperienza umana e di fede.
Il punto cruciale riguarda la questione teologica della superiorità, in una relazione sessuale, del fine procreativo rispetto a quello unitivo.
San Girolamo ammette l'uso della sessualità solo in funzione della procreazione. Sant'Ambrogio afferma che il matrimonio, pur essendo buono, implica certe cose per cui persino le persone sposate arrossiscono di loro stesse. Per non parlare di sant'Agostino che nei Soliloquia scrive: “Quanto a me, penso che le relazioni sessuali vadano radicalmente evitate. Penso che nulla avvilisca l'uomo quanto le carezze di una donna e i rapporti corporali che fanno parte del matrimonio”. La maggior parte dei Padri della Chiesa e dei santi ci hanno trasmesso una mentalità secondo la quale la sfera della sessualità, e più in generale quella della corporeità, viene vista come qualcosa da cui liberarci per avvicinarci a Dio. Non il luogo privilegiato per incontrare Dio.
Ecco perchè è ancora difficile predicare la bellezza dell'amore in quanto tale. Fare all'amore per il gusto e il piacere di volersi bene ed essere felici, senza l'ossessione di dover procreare ad ogni costo, è un'esperienza che genera Vita. In quest'ottica, le coppie sterili e le coppie gay avrebbero gli stessi diritti delle coppie eterosessuali fertili. Esistono molti modi per generare vita da una relazione d'amore sincero e adulto. Non è certo l'uso di un preservativo a determinare se una coppia è aperta alla vita oppure no.

lunedì 22 novembre 2010

L'alluvione insegna

Un signore di Veggiano (Padova), colpito dall'inondazione, rifiuta l'offerta in denaro di un industriale.
"Il mio datore di lavoro, come pure amici e familiari, ci hanno già sostenuto economicamente, fornendoci anche i primi elettrodomestici". Ritenendosi perciò già fortunato, risponde al benefattore: "Consegnate quei soldi ad un'altra famiglia più bisognosa!"

"I veneti non pagano le tasse? Risultato? Un povero veneto, vittima dell'alluvione, se non paga le tasse resta povero come prima e senza più casa o fattoria. Un ricco veneto, invece, si ritrova ricco il doppio! Ecco la cultura fortemente territorialista della Lega" afferma Ascanio Celestini, teatrante poliedrico.

venerdì 19 novembre 2010

La comunità pakistana di Modena e Reggio Emilia...

... è contro i matrimoni imposti, e crede nella parità uomo-donna

La comunità pakistana di Modena e Reggio Emilia non trova le parole per esprimere la propria rabbia ed il proprio sdegno per il drammatico omicidio di Shenaz Begum, per aver difeso la figlia Nosheen Butt dal padre che la voleva costringere ad un matrimonio imposto.
Noi crediamo che questi episodi isolati di violenza contro le donne infrangano il lavoro sincero degli immigrati che hanno la volontà di convivere con le tradizioni del paese ospitante, distruggano l’immagine della maggioranza degli immigrati, che è contro la violenza e crede nella parità uomo e donna, interpretino male le tradizioni degli immigrati stessi.
Crediamo che fare il padrone dei propri figli non abbia niente a che fare con nessuna religione e nessuna cultura civile. Nella legge pakistana un matrimonio combinato o una promessa di matrimonio di un minorenne non ha nessun valore giuridico. Secondo la religione Islamica, praticata dal 97% degli abitanti nel Pakistan, “chi ammazza un essere umano è come se ammazzasse tutta l’umanità”. La religione e la tradizione islamica non dicono che il matrimonio va imposto o combinato.
Questi casi, seppur isolati, ci preoccupano per il nostro futuro in Italia. I casi isolati vanno isolati. Noi riteniamo che questa cultura, che prende di mira le donne e che fino a pochi anni fa era presente in molte parti del mondo, vada combattuta insieme. Dobbiamo cercare tutte le soluzioni possibili per sconfiggere questo pensiero, non soltanto perché rappresenta un problema di convivenza tra i cittadini immigrati e gli italiani, ma perché crediamo alla sacralità della vita e alla parità tra uomo e donna.
Se il caso di Nosheen, in cui la madre ha difeso la figlia (cosa che non si era vista nel caso di Hina di Brescia e Saana di Pordenone), dà un segnale chiaro che la metà del nostro cammino è stata fatta, ora ci manca un altro pezzo che dobbiamo fare tutti insieme, prendendo le distanze dalla mentalità malata che crede nella supremazia dell’uomo.
L’Associazione Pakistana di Reggio Emilia e la comunità pakistana condannano duramente questa idea ed esprimono tutta la solidarietà a Nosheen. (...)

(tratto da www.uominincammino.it)

giovedì 18 novembre 2010

La paura del cambiamento e la perdita del potere


I dispersi dell'Argentina e i nuovi dispersi

Vera Vigevani Jarach, di origini italiane e cofondatrice del movimento delle "Madres de Plaza de Mayo" in Argentina, è stata ospite questa sera al cinema Esperia di Chiesanuova a Padova.
Per fare memoria.
Io c'ero.
La figlia Franca, diciottenne, fu prelevata in un bar di Buenos Aires insieme ad altri compagni di classe il 26 giugno 1976. Di lei non si seppe più nulla fino a quando, poco tempo fa, si è avuta la certezza da una sopravvissuta al campo di concentramento dell'ESMA che era tra le vittime dei voli della morte.
"La paura del cambiamento" ha spinto i militari argentini a rapire e uccidere giovani, avvocati, psicologi, giornalisti e artisti, piccoli imprenditori... speranze di un futuro nuovo.
Il colpo di stato civile-militare ha trovato l'appoggio e l'indifferenza di molte istituzioni. Tra cui la Chiesa-gerarchica nella figura del suo nunzio Pio Laghi. "Non è che non ci ascoltasse - ha detto Vera - ci dava una pacca sulla spalla, ci diceva poverine, ma poi andava a giocare a tennis con un generale dei militari".
Il silenzio è stato grande protagonista degli atroci crimini.
Cosa ci insegna?
La repressione un tempo violenta oggi è diventata non violenta, ma più pericolosa. Non si vede più il sangue, e può sembrare democratica. Ostacolare la libertà di stampa è forse l'ultima tecnica per continuare la repressione del cambiamento, del nuovo, dei giovani.

Dal Kashmir a Savona

Una testimonianza di integrazione

di Zahoor Ahmad Zargar

www.famigliazargar.com

Quando sono venuto a vivere qui dal Kashmir, molti anni fa, mia moglie (che è savonese) si era accorta che mio padre usava nelle sue lettere frasi tipo “luce dei miei occhi” e mi chiedeva di raccontarle in che modo rispondessi io ai miei parenti. Noi, infatti, usiamo molte immagini e paragoni nell’esprimerci, così mi aveva proposto di scrivere qualcosa sostenendo che sarebbe piaciuto agli italiani, dato che lo stile letterario varia da paese a paese.
All’inizio, stendevo i testi in urdu e poi, insieme con lei, cercavamo di tradurli fedelmente: così è nata la poesia Liguria, ad esempio. Una persona che viene da fuori, infatti, rimane subito affascinata dal paesaggio; in seguito, però, si scontra con l’isolamento e con una mentalità assai provinciale: mentre il mondo diventava globale, qui si voleva vivere come prima, fare ciò che era sempre stato fatto, perdendo opportunità preziose e non capendo che l’incontro e il confronto con altre realtà arricchisce. È come quando si entra in una stanza chiusa e si sente puzza, ma chi è dentro non se ne accorge. Naturalmente, non c’era intenzione di offendere, ma di risvegliare le coscienze, scuotere con una provocazione per uscire dallo stagno. Poi, ho osservato anche il modo di fare dei savonesi, per me inconsueto: chiuso, senza colore; ho paragonato il comportamento della gente di questo paese con quello della mia. Così ho immaginato di scrivere una lettera a mia sorella (“Lettera a Mabuba”) dove raccontavo la perdita della vita sociale con il progresso, come avviene in tutto il mondo, la mancanza di solidarietà… In apparenza, tutti sembrano felici, hanno molta materialità, ma dentro gli manca tutto. Non conta quanti palazzi, automobili si abbiano, se si sia stati fuori a divertirsi per tutta la notte: poi si torna a casa, si è soli e si sta ingannando la realtà! E’ come con i braccialetti ciui-mui che le ragazzine del mio paese usano: sono tanto belli, ma si rompono subito, ferendo i polsi… Ricordo che una signora che l’aveva letta è venuta nel mio negozio e ha pianto per tanto tempo! In questo modo, mi sono fatto conoscere localmente e, dato che sono musulmano, tanti venivano da me a domandare se anche noi musulmani potessimo avere un luogo dove pregare. Nel 1998, siamo riusciti ad affittare un locale ma, soprattutto, ne abbiamo fatto un luogo di vicinanza per far conoscere culture differenti agli italiani (noi stessi immigrati veniamo da paesi molto dissimili con vari usi, lingue e tradizioni) e meglio l’Italia agli stranieri. Per questo abbiamo organizzato, negli anni, convegni, dibattiti, abbiamo accolto alunni e insegnanti di molte scuole per parlare, incontrarci, far conoscere le nostre feste, le nostre preghiere, i tanti punti di contatto che ci legano. Credo che siamo riusciti a trasmettere il nostro messaggio qui a Savona, perché alle nostre manifestazioni è sempre venuta tanta gente, oltre a importanti rappresentanti istituzionali e delle altre religioni. Lo stesso messaggio abbiamo cercato di portare in Liguria e nel resto d’Italia, avendo io ricoperto varie cariche nella comunità. Gli stranieri amano questo paese come seconda patria, qui lavorano e i loro fi gli vanno a scuola, qui cercano di migliorare se stessi e l’ambiente che li circonda. Gli italiani devono dar loro la possibilità di vivere in modo degno. L’integrazione avviene quando le due parti si avvicinano e si rispettano. Per me, l’integrazione, invece, è iniziata proprio attraverso la scrittura e, in un secondo momento, è proseguita nel volontariato per la mia Comunità.

Io credo

Io credo alle verità
di tutte le grandi religioni del mondo.
Non ci sarà pace durevole sulla terra
fino a quando non impareremo non solo a tollerare,
ma anche ad avere riguardo
per le fedi diverse dalla nostra.
Uno studio rispettoso dei detti
dei vari maestri dell’umanità
è un passo in direzione di questa stima reciproca.


Mahatma Ghandi

lunedì 15 novembre 2010

Il Brasile guidato da una donna


... per la prima volta

Il Brasile ha eletto al secondo turno, il 31 ottobre, il suo nuovo Presidente della Repubblica. E’ una donna: Dilma Rousseff, già favorita alla vigilia con il 55% delle intenzioni di voto, ha raggiunto il 56% dei voti validi.
Quando Lula passerà la fascia presidenziale a Dilma, avrà le lacrime agli occhi. Perfino gli avversari si commuoveranno: per la prima volta nella storia il Paese sarà guidato da una donna. Cinquantasei milioni di voti, il destino di una nazione. Trasformare il Brasile in un colosso internazionale, dare finalmente dignità al suo popolo, alla sua gente.

(Leggi i commenti di Bruna Peyrot e di Edith Moniz e Paolo D’Aprile sul sito di Macondo)

Il fine non giustifica i mezzi

[...]
E' evidente che se per combattere un male,
usassi anche la più leggera violenza,
un altro male sopravverrebbe,
poi un secondo, un terzo;
e così milioni di violenze isolate,
genererebbero di nuovo questo terribile flagello
che regna e ci opprime...
Il cristiano sa che
solo combattendo il male col bene e con la verità,
egli fa tutto ciò che può per compiere la volontà del Padre.
Non si può spegnere il fuoco col fuoco,
asciugare l'acqua coll'acqua,
combattere il male col male.


Lev Tolstoj

(lettera all'amico Engelngardt, 1882)

Lettera aperta a Raimon Pannikar

C’è qualcosa peggiore del terrorismo: l’antiterrorismo.

L’Occidente deve disarmare la cultura.

L’ossessione della sicurezza è figlia della ragione armata.

(Raimon Pannikar)

Lettera aperta a Raimon Pannikar, a due mesi dalla sua scomparsa, scritta dal suo più grande amico in Italia, Achille Rossi di Città di Castello, in occasione di un convegno organizzato da Cipax.

Carissimo Raimon,
sono passati appena due mesi dalla tua scomparsa, ma la tua presenza è più viva che mai nel mio spirito. Ti vedo ancora lì nel tuo studio tappezzato di libri, seduto su quella poltrona che negli ultimi tempi chiamavi scherzosamente “il trono”, quasi per alleggerire di fronte ai tuoi ospiti il peso della malattia. Vorrei continuare con te una conversazione sulla pace iniziata un quarto di secolo fa a Città di Castello. Ci invitavi allora a “disarmare la cultura” sostenendo che la nostra è una cultura armata non tanto perché possiede la bomba atomica, ma perché adopera la ragione come un arma per vincere o per convincere. E spingevi la tua tesi fino ad affermare che c’è una continuità fra una ragione che deve controllare e inseguire la certezza e la deterrenza nucleare: devo possedere l’arma più sicura di quella del mio avversario. Rimproveravi all’Occidente di vivere in una cultura di sfiducia e di guerra. Quelle tue affermazioni, che allora ci sembravano un po’ esagerate, oggi si rivelano invece profetiche. Dopo le due guerre del Golfo, la Bosnia, il Rwanda e l’Afghanistan, il militarismo è ritornato in forze e ha colonizzato la cultura. L’avversario va sconfitto e distrutto per raggiungere la sicurezza e la pace, ci dicono tutti i maîtres à penser e gli imbonitori televisivi. Sulla scia di questa convinzione in Italia abbiamo fatto di meglio: il Ministero della pubblica istruzione, d’accordo con quello della Difesa, ha autorizzato alcune scuole a insegnare ai giovani l’uso delle armi. “Progetto sicurezza” l’hanno battezzato. Tu saresti rimasto sbalordito di fronte a un provvedimento simile e avresti esclamato «non mi dire!», come facevi tutte le volte che ti descrivevo la situazione italiana.
L’ossessione della sicurezza, figlia della ragione armata, ha partorito un movimento localista e xenofobo come la Lega, che proclama la lotta agli immigrati rei di averci rubato il lavoro, portato le malattie, distrutto la nostra identità. Ti saresti stupito che un fenomeno che avrebbe potuto portare a una fecondazione reciproca tra le culture fosse interpretato in una forma così negativa e anticristiana. L’altro fa parte di noi, ci avevi ripetuto nel Convegno del 2006, è l’altra parte che non abbiamo ancora sviluppato o che forse non conosciamo. L’incontro con lui è esperienza di rivelazione, perché ci rivela la nostra incompletezza e la nostra complementarità.

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giovedì 11 novembre 2010

Tutto cade... ri-costruire si può!

Il vangelo della domenica (Lc 21, 5-19)

"Di tutto quello che ammirate non resterà pietra su pietra che non venga distrutta".

Il Tempio di Gerusalemme viene distrutto...
le nostre convinzioni vengono spesso distrutte, i nostri punti di riferimento, gli argini di un fiume in piena, le aspettative nella politica, le relazioni affettive, i contratti di lavoro...

La distruzione: rovina o riscatto? Fine o nuovo inizio? Inutile o necessario?

"L'alluvione a Vicenza è stata occasione di grande solidarietà tra i cittadini" racconta Ivano. Sofferenze e dolori ormai attraversati vengono ricordati come grandi occasioni di crescita umana e spirituale.

La fine del mondo: reale o inventata? La stiamo già vivendo o deve ancora venire?

"Io ho un po' paura del giudizio finale di Dio!" ci hanno inculcato per secoli. Pedagogicamente ha funzionato? E' servito per amarci di più? Compiere (o non compiere) un gesto per paura di andare a finire all'inferno non è forse troppo poco?
"Io ho paura che questo mondo diventi un inferno!" sarebbe un passo più in là. Ma più che mosso dalla paura vorrei essere mosso dalla passione, dal desiderio, dall'amore.
Lasciare ai miei figli un mondo migliore.
Essere felice relativizzando le cose.
Cercare l'armonia sociale prima del benessere individuale.

I martiri: servono davvero? A che cosa?
Ho come l'impressione che abbiamo ancora troppo bisogno di mitizzare un individuo che rappresenti una perfezione ultraterrena. Tutti possiamo essere perseguitati, ma guai a noi se ce lo cerchiamo soltanto per il gusto di fare i martiri! Arrivano le processioni, le incensazioni, le cassette per le offerte... martire come una star,
400 partecipanti al suo corso!
E' possibile uscire dal mito del mercato rimanendo dentro la storia, attraverso scelte critiche e responsabili, e sentirsi diversi, sfigati, "fuori moda", soli... è questa, secondo me, la sfida di oggi.

Nutriamoci del contrasto!

Bianco & nero II

Io sono nero
tu sei bianca.
Andiamo aldilà
del colore
Nutriamoci del contrasto.
Fioriamo sulla differenza.
Cresciamo sulla diversità.
Camuffiamoci nel chiaroscuro
del nostro essere.
Viviamo nell'unità dell'amore.


Barolong Seboni

poeta e scrittore del Botswana

martedì 9 novembre 2010

La passerella


Berlusconi a Padova

Verso l'unità del sindacato

METALMECCANICI: CGIL, TAVOLO CON IMPRESE SFIDA DA ACCETTARE

(ANSA) - ROMA, 8 NOV - La produttività è un tema vero "sul quale accettare la sfida": la Cgil risponde così, con il segretario confederale Vincenzo Scudiere, alla richiesta del Comitato centrale della Fiom di abbandonare il tavolo aperto con la Confindustria sulla produttività.
Nessuna disponibilita' della Cgil quindi a fare un passo indietro così come chiesto dalla Fiom sui tavoli aperti mentre si chiede però di mantenere aperto il dialogo con i metalmeccanici, a partire dai contratti di lavoro. "E' necessario un incontro a breve - dice Scudiere - tra le segreterie di Cgil e Fiom per affrontare seriamente le questioni in campo".
"Questa è la fase - precisa - in cui la Cgil deve tornare in campo con delle proposte e sarebbe un peccato se su queste non si ritrovasse la Fiom. La produttività è un tema vero sul quale accettare la sfida proponendo la sua alternativa a quanti individuano nel lavoro le origini della scarsa produttività del Paese". (ANSA).

Dati confortanti

Una tv diversa è possibile

Ottimi risultati per la prima puntata della coppia Fazio-Saviano con Benigni, Vendola e Abbado: 7,6 milioni di spettatori e il 25,48% di share. Battuto il Grande Fratello, seguito da 4 milioni 850mila spettatori.

Guarda il video di Vendola e i 27 sinonimi di omosessuale (clicca qui)

Guarda il video di Benigni su Berlusconi (clicca qui)

E non c'è niente da ridere!!!

lunedì 8 novembre 2010

Questioni di "integrazione"

Anche a Padova il multiculturalismo è fallito

Il multiculturalismo è fallito. Per la Merkel, per Zaia, per molti altri e anche per me. Diverse etnie non possono vivere l'una accanto all'altra come diversi prodotti di un supermercato. Nella prima corsia a destra: scuole speciali per i figli di immigrati o per bambini che presentano un ritardo mentale. A sinistra: quartiere cinese, ghetti abitati da africani e monolocali subaffittati. Nella seconda corsia in fondo un reparto transculturale suddiviso ulteriormente per categoria: quartiere gay e a luci rosse, piazza per universitari di sinistra e piazza per figli di papà.
L'integrazione secondo il modello multiculturale prevede la convivenza delle diversità, fianco e fianco, ma con una linea di separazione che difende e cristallizza ciascuna identità. Nei quartieri popolari gli operai, nelle zone residenziali avvocati e dottori. Nei condomini dell'Ater famiglie in difficoltà, nel centro storico appartamenti in affitto a studenti. Negli uffici i bianchi, nelle concerie i neri. Buon cuore per le Ruby bisognose, intransigenza per i Salem che hanno sbagliato soltanto una volta. Un quartiere, un ghetto, un pregiudizio, un problema. Un universo accanto all'altro. Uno di qua, uno di là. Senza alcuna possibilità di interazione, di fecondazione e di arricchimento reciproco. Proprio in questo sta il fallimento del multiculturalismo, del ghetto in via Anelli, della percezione di paura nei confronti dell'immigrato clandestino. Germania e Padania fanno quindi un passo indietro, sperando che l'integrazione secondo il modello assimilatorio potrà funzionare. Ma la Francia delle banlieu parigine ci ha insegnato che non è possibile. Forzare menti diverse a pensare allo stesso modo, fedi diverse a pregare allo stesso modo e tradizioni diverse a comportarsi allo stesso modo, crea confusione, violenta e patologica. "Nuovi italiani" li definisce l'ultimo rapporto della Caritas nazionale, riferendosi ai cinque milioni di immigrati regolari presenti nel nostro Paese. Ma i miei figli, nati a Padova, da madre nigeriana e padre italiano, saranno nello stesso tempo africani e italiani. Nulla di cui vergognarsi. Una fortuna in più, non un problema. Un bagaglio culturale più ricco, aperto, elastico, dinamico. Fuori dalla scuola elementare alcune bambine padovane toccano incuriosite le treccine di mia figlia, toccano qualcosa di nuovo e lo ammirano. E imparano. Ecco le culture che si incontrano, che crescono assieme nella scuola pubblica, veri centri di Intercultura.
L'unica alternativa rimane un'integrazione secondo uno stile interculturale, dove la contaminazione viene accolta come fattore positivo e necessario per l'evoluzione di una società.

(pubblicato su Il Mattino di Padova, il 6.11.10)

sabato 6 novembre 2010

L'appello

Giustizia ed equità per chi manifestò contro la guerra

Il 5 novembre 2010 è cominciato il processo di appello per i fatti avvenuti oltre dieci anni fa, il 13 maggio 1999, nei pressi del consolato statunitense di Firenze. Quel giorno migliaia di persone parteciparono a una manifestazione contro la guerra in Jugoslavia, che si concluse appunto sotto il consolato. Vi fu un breve concitato contatto fra le forze dell'ordine e i manifestanti, per fortuna senza conseguenze troppo gravi, se non alcuni manifestanti contusi, fra cui una ragazza che dovette essere operata ad un occhio.

Nessuno, sul momento, fu fermato o arrestato, ma in seguito vi furono identificazioni e denunce. Si è arrivati così alle condanne di primo grado, molto pesanti per i 13 imputati: ben sette anni, per le accuse di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Nel dibattimento si sono confrontate le tesi - molto divergenti – delle forze dell'ordine e dei manifestanti.

Non intendiamo sindacare le procedure legali, né esprimere giudizi tecnico-giuridici sulla sentenza, ma ci pare che le pene inflitte in primo grado e le loro conseguenze sulla vita delle persone imputate, siano del tutto sproporzionate rispetto alla reale portata dei fatti.

Non vi furono, il 13 maggio 1999, reali pericoli per l'ordine pubblico o per l’incolumità delle persone, e non è giusto - in nessun caso – infliggere pene pesanti, in grado di condizionare e stravolgere l'esistenza di una persona, per episodi minimi: perciò esprimiamo la nostra pubblica preoccupazione in vista del processo d'appello, convinti come siamo che la giustizia non possa mai essere sinonimo di vendetta e nemmeno strumento per mandare messaggi "esemplari" a chicchessia.

Seguiremo il processo e invitiamo la cittadinanza a fare altrettanto, perché questa non è una storia che riguarda solo 13 persone imputate, ma un passaggio significativo per la vita cittadina e per il senso di parole e concetti che ci sono cari, come democrazia, giustizia, equità.

Firma l'appello (clicca qui)

venerdì 5 novembre 2010

Alluvionati a sorte



Strade allagate

Nella stessa città, Padova, alcuni come me hanno seguito l'inondazione del Bacchiglione dai giornali o dalle televisioni, altri hanno dovuto abbandonare la propria casa o sistemarsi nei piani superiori.
Sembra strano che per molti non sia successo niente, tanta pioggia e basta, e per alcuni si sia trasformata in tragedia. Due-tre morti, pochi per attirare l'attenzione dei media nazionali. Migliaia di sfollati invece, case danneggiate, auto distrutte. Stato di calamità naturale.
Dove vivo io non si nota nulla di strano. Soltanto qualche chilometro più in là, famiglie disperate, in mezzo al fango.
Da decenni non accadeva un fenomeno del genere. La gente si considerava fortunata, fino a qualche giorno fa.
Siamo sempre stati abituati ad aiutare gli altri, vedremo se riusciremo ad aiutarci l'un con l'altro. Anche tra vicini di casa, fratelli coltelli e parenti serpenti. Questione di sopravvivenza. Gesti di solidarietà non mancano, nella struttura parrocchiale di Polverara sono ospitate una 50 di persone, per lo più immigrati. Mancano però altre forze per dare coraggio e speranza a molte famiglie.
Ecco le iniziative di solidarietà!

Progetto Ngambè-Tikar

IL TETTO


Continua la costruzione del Centro di Formazione per i Giovani del villaggio di Ngambè-Tikar in Camerun, a 350 km a nord di Yaoundè.
Durante il viaggio a dicembre, vedremo con i nostri occhi il lavoro di questi ultimi mesi, sarà davvero emozionante! Tutto è nato da un'accoglienza, poi si è trasformata in collaborazione ed ora si concretizza in un progetto di sviluppo della realtà locale. Domani sera a Saccolongo (Pd), 200 persone si incontreranno per sostenere questo progetto e per conoscere i nuovi partecipanti al viaggio in Camerun dal 7 al 19 dicembre 2010.

Prostitute a casa, escort a cena

di Marco Bracconi

Un buon governo, nel terzo millennio, non si muove ideologicamente. Non va per titoli, e non butta l’acqua sporca con il bambino. Sa distinguere. Sa che ci sono negri e persone di colore, per esempio, e che i primi vanno stipati nei Cpa mentre i secondi vanno tirati fuori in qualche modo dalle questure. Non solo. Questo moderno governo, che non fa di tutta l’erba un fascio, sa che ci sono omosessuali e froci, e allora questi li sfotte nei motoshow e quegli altri li piazza alla direzione di Chi.

Se si vuole un’altra prova di questo talento nel cogliere le sottili differenze della contemporaneità basta ascoltare le parole pronunciate oggi da Berlusconi e Maroni (video). L’annunciato giro di vite sulla prostituzione è la dimostrazione che ci sono prostitute e prostitute. Quelle che battono per strada, che vanno cacciate col foglio di via, e quelle in tubino nero che invece si invitano a cena per fare il coretto sulle canzoni di Apicella.

Quelle si chiamano mignotte, queste escort.

Non è certo colpa di Berlusconi se la lingua italiana, dai tempi di Dante, è tanto ricca da avere almeno due nomi per dire la stessa identica cosa.

giovedì 4 novembre 2010

Notizie in evidenza

Stati Uniti: Obama accetta la sconfitta elettorale, e si impegna ad ascoltare di più la gente e i repubblicani. Non dà la colpa agli altri, non accusa nessuno, non falsifica l'informazione pubblica.

Alluvione in Veneto: i veneti, colpiti dall'inondazione di questi giorni, denunciano la poca solidarietà espressa dalle parti politiche nazionali, fatta eccezione della Lega. La rabbia degli sfollati.

Svolta nel sindacato: Auguri a Susanna Camusso, nuova leader della CGIL (6 milioni di iscritti in Italia), sperando che il sindacato possa ritrovare indipendenza e unità.

Berlusconi lifestyle: c'è chi non ne vuole parlare dicendo che sono altri i problemi del Paese, c'è chi ritiene di avere il diritto di conoscere gli usi e costumi del proprio presidente del consiglio.

martedì 2 novembre 2010

Siamo alla frutta

Botta
Berlusconi: Meglio essere puttanieri che gay!
Risposta
Vendola: Le tue barzellette razziste sono una minuscola enciclopedia dell'imbecillità!

Verso un clima tropicale

stagione secca e stagione delle piogge


Foto suggestiva e allarmante
(nella foto: Tencarola (Pd): Bacchiglione by night)

lunedì 1 novembre 2010

4 novembre

Mai più lutti, mai più guerre

Esprimiamo solidarietà ai prigionieri di coscienza arrestati per il loro impegno pacifista. Proposta di Beati Costruttori di Pace, Movimento Nonviolento e PeaceLink

La prima guerra mondiale fu un orrendo massacro che costò, solo all'Italia, 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti (molti di piu' di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste)

Il 4 novembre dovrebbe essere un giorno di lutto e di memoria. Non c'è nulla da festeggiare o celebrare.
Dissociamoci da ogni retorica celebrazione di eroismo.
Dissociamoci da ogni ipocrisia.

Contro la retorica militarista, il 4 novembre invitiamo i cittadini ad esporre dai loro balconi le bandiere arcobaleno, a partecipare alla manifestazioni ufficiali esprimendo una voce di dissenso (con un volantino, una bandiera che sventola, un cartello appeso al collo … la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: facciamolo correttamente, con educazione e civiltà, ma facciamolo!).

Davanti al dramma della guerra in Afghanistan, nella quale siamo coinvolti come italiani, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di celebrare con una “festa” la vittoria di una guerra? C’è solo da vergognarsi, e tacere per rispetto delle vittime di tutte le guerre. L’unico vero modo per celebrare il ricordo di una guerra, è quello di impegnarsi con la nonviolenza affinchè non ci siano più guerre. Come ha detto il grande scrittore Lev Tolstoj, profeta della nonviolenza, nel capolavoro “Guerra e pace”, le guerre non si vincono, le guerre si perdono e basta.

Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone
Chi la festeggia oggi e' un ignorante
Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: MAI PIU' LA GUERRA!

Sosteniamo l'impegno nonviolento dei disertori, degli obiettori di coscienza e di tutti coloro che sono impegnati nella Resistenza contro la guerra e il militarismo.
Ci impegniamo oggi, ricordando che coloro che si rifiutarono di combattere venivano fucilati dai carabinieri italiani.
Ricordando gli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti.
Ci impegniamo oggi contro tutte le guerre in nome dei disertori che non vollero partecipare a quella che papa Benedetto XV definì "un'inutile strage".


Associazione PeaceLink