venerdì 21 agosto 2009

RITORNA IN ECUADOR: BUON VIAGGIO!


Cambiare non significa necessariamente rompere con il passato o stravolgere la propria vita. La vocazione di don Fabio Lazzaro, classe 1973, originario delle Cave e ordinato prete nel 2001, non si è spenta, ma si sta arricchendo di nuovi colori. Nel 2003 ha raggiunto l'Ecuador come missionario fidei donum della diocesi di Padova, e dopo alcuni anni di pastorale ordinaria, prima in una parrocchia alla periferia di Quito e poi lungo la costa, si è interrogato sul ruolo che stava esercitando. Lo scorso maggio è arrivato in Italia per terminare un periodo di riflessione e cosí poter scegliere e comunicare al vescovo Mattiazzo, oltre che a familiari e amici, la sofferta ma felice decisione di ritornare laico. Un passo non contro la Chiesa ma contro alcune regole di cui non ne capisce piú il valore.  La conseguenza della dispensa dagli obblighi derivanti dall'Ordine Sacro comporta, secondo il Diritto Canonico, la riduzione del prete allo stato laicale. Il termine “riduzione” evidenzia purtroppo quale livello di considerazione ed importanza abbiano i laici nell'istituzione: sono trattati come soggetti di seconda categoria. Però Gesù non ha fatto il prete, ha fatto il laico, e questo Fabio l'ha capito molto bene. Potrà assomigliargli, forse, di più adesso nella misura in cui troverà il suo modo di essere felice e comunicare la vera gioia che viene - secondo lui - dal conoscere il cuore del messaggio evangelico.
Nella lettera che, dopo un acceso colloquio, ha consegnato al padre vescovo scrive: “I motivi principali per cui chiedo la rinuncia al ministero presbiterale sono sostanzialmente due: uno riguarda la mia identità ecclesiale e di conseguenza lo stile pastorale, l’altro la mia affettività e il mio non capire più il celibato”. Due validi motivi per sorpassare la promessa di obbedienza e ascoltare la propria coscienza. Ma la cosa sorprendente è che Fabio vuole tornare in Ecuador, e proprio oggi l'aereo lo aspetta al Marco Polo di Venezia. Senza titoli né certezze, desidera continuare il suo impegno a favore dei più poveri, nella regione amazzonica. “Penso che il mio futuro – conclude nella lettera - sia in Ecuador (per lo meno per i prossimi anni, e non escludo per tutta la vita), vicino a tante situazioni di povertà, con stile povero e solidale per cercare nel mio piccolo di attuare qualcosa del programma di vita di Gesù: le Beatitudini”. Si toglie la tonaca ma non rigetta la vocazione, rinuncia alle comodità del mondo occidentale e accoglie la sfida di compiere il viaggio inverso. Mentre la processione dall'Africa all'Italia non si arresta neppure con l'introduzione di leggi sempre più restrittive, Fabio Lazzaro intrapprende il percorso controcorrente: fare l'extracomunitario volontario in un Paese cosiddetto “sottosviluppato” nonostante sia in possesso dell'ambito passaporto italiano. Follia? Chissà, forse ha più senso accettare di vivere in condizioni essenziali lì, che soffrire di incomprensione e solitudine qui, dove si fatica ad accogliere e valorizzare idee e comportamenti diversi. Comunque c'è sempre un posto, in questo mondo, perchè ciascuno possa realizzarsi pienamente.
(Per reazioni: fabiofubex@gmail.com)

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