mercoledì 12 agosto 2009

L'ALCOL E LA SOLITUDINE DEI PRETI

Se a bere è un prete, lo capisco due volte. Primo perchè è un uomo, secondo perchè è solo. Capisco dunque don Paolo Zanutel che a mezzanotte gira in auto con un tasso alcolico cinque volte superiore al massimo consentito. Tutti sappiamo che è molto semplice sgarrare, due birre medie e sei già fuori. Per evitare la batosta, ho visto amanti del vino trattenersi eroicamente durante cene tra colleghi di lavoro. Per don Paolo, 58 anni, della parrocchia dei Filippini e direttore dell'istituto Baronio di Vicenza, non era la prima volta ad aver problemi con la giustizia. Ritiro immediata della patente, e tanta vergogna, immagino. Qualcuno potrebbe assolverlo come sfortunato, qualcun'altro mettergli sulle labbra il famoso detto: “fate quel che dico, ma non fate quel che faccio!”.
Io invece vorrei soffermarmi su un particolare: era domenica sera. Non mezzogiorno, quando è più facile aver bevuto da poco il vin santo di quattro messe, come è successo “involontariamente” ad un prete di Bologna fermato all'uscita dell'autostrada Milano-Torino il 30 giugno scorso. Era domenica sera, il momento più brutto per un prete, quando gli obiettivi pastorali sono stati raggiunti, cala la tensione, subentra la solitudine. A volte può bastare recitare un rosario, altre volte bere qualche bicchiere in più, poi la routine riporta il sacerdote celibe sui binari dell'attivismo. Certo, la solitudine non è solo dei preti, ma immaginare un uomo che decide volontariamente, una volta per sempre, di rimanere solo... e poi non fa altro che soffrire, mi fa tenerezza. Ce l'ho in mente che esce barcollante dalla sua auto, per vedere i danni arrecati al malcapitato, con la crocetta appuntata sulla giacca o il colletto bianco del clergyman. Senza una donna o un uomo che, per amore, gli avessero tolto con forza il bicchiere pieno, un attimo prima. Che avessero preso il volante in mano quando il compagno aveva l'alito che puzzava di alcol. Oltre la sacralità del ruolo, oltre il sorriso compiacente di un parrocchiano che magari gli ha offerto un tris di amari. Capita mentre tutte le famiglie della parrocchia sono a casa o in pizzeria, la domenica sera, in attesa di ricominciare una nuova settimana. E la statua della Madonna non si muove, non parla, non scende dall'altare per abbracciare un suo figlio bisognoso. Per quale motivo soffrire di solitudine? Caricarsi di una croce che non si riesce a portare e nemmeno a capire? Don Paolo è stato sfortunato a tamponare un auto parcheggiata, o forse fortunato se cercherà di riprendere in mano la sua vita. Non la bottiglia.

6 commenti:

  1. tutte chiacchere.
    un'auto può uccidere innocenti,
    quando chi guida è alterato, le probabilità che questo succeda aumenta esponenzialmente.
    Quindi poche chiacchere: tasso alcolico a 0, per chi guida.
    Amanti del vino, organizzate per tempo i vostri spostamenti.

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  2. E' anni che si vede quest'uomo di chiesa girare in condizioni pietose: puzza di vino, passo instabile, faccia rossa e capillari esplosi dall'alcol. Bell'esempio per i nostri figli, complimenti.
    Don Paolo, molla la bottiglia e torna tra noi.
    Anna Bat

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  3. Come vi permettete di parlare così di una persona che non conoscete! Paolo è pieno di amici e io sono uno di quelli! A cena quella sera c'ero anch'io! Siamo andati a mangiare da amici...per l'appunto!! La sfortuna è che si è messa in mezzo alla strada una vecchia rimbambita ai 30 km/h nella riviera berica! Dunque prima di giudicare pensate a voi stessi...e a te Federico che hai scritto qst articolo prova a pensare alla tua solitudine e giudica te stesso...mi fai più pena tu che pensi alla vicenda che non Paolo a cui hanno ritirato la patente! La patente viene tolta solo per un anno...it tuo moralismo sarà difficile toglierlo

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  4. Mettetevi d'accordo, Anna Bat racconta proprio il contrario di questo/a anonimo commento. Se non è vero, sono solo che contento! Mi piacerebbe conoscere di persona questo Paolo, è possibile? E anche il tuo nome, per poter continuare il confronto faccia a faccia.

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  5. Hahaha... e così chi voleva assolverlo "per solitudine" si è trovato in mutande...
    L'anonimo commentatore, credendo di fare un piacere al prete, ha commesso un errore fatale... si può essere così idioti? hahaha

    Il nostro Padre ha una grande e attiva vita sociale: cene, viaggi... La "vecchia rimbambita" (mi fa piacere che un prete esca a cena e sia amico di gente che possa usare un simile linguaggio... dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, mi vien da dire) che se ne va a 30 all'ora su una strada col limite a 50 aveva tutto il diritto di non rischiare la morte a causa di un prete ubriaco che stava felicemente tornando da una festa con gli amici.
    Quanto alla morale... credo che il sacerdote l'abbia superata abbondantemente da un pezzo....

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  6. Ho pubblicato quest'ultimo commento anonimo, anche se vi chiedo sì di dire quello che pensate, liberamente, ma di calibrare i toni. Grazie.

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