giovedì 3 settembre 2009

AGGIORNAMENTO DALL'ECUADOR


Ricevo molto volentieri e pubblico una lettera del mio carissimo fratello Fabio Lazzaro che vive in Ecuador. Compagno di avventure, ha lasciato l'istituzione, ed ora sta cercando di reinventare un ministero di servizio, alla luce del Vangelo.
Questo blog sarà un punto di riferimento per i suoi amici di Padova e dintorni.

UNA NUOVA TAPPA DELLA STESSA VITA

Non saprei come cominciare… tante sono state le cose successe e i sentimenti provati in questo periodo di cambio di ambiente di vita e di servizio.
Innanzitutto vorrei condividere con voi le reazioni che sono giunte alla mia lettera nella quale in luglio comunicavo la decisione di “lasciare” il ministero come sacerdote.
Moltissimi mi hanno raggiunto con bellissime risposte di incoraggiamento e di apprezzamento per la difficile ma coerente scelta, mentre pochissimi mi hanno fatto presente che prendo le cose “di chiesa” troppo seriamente, che sto seguendo strade che non vengono da Dio, che sono troppo idealista, che sperano torni nei miei passi, che offendo la chiesa con le mie parole e che sto dando scandalo…
La maggior parte ha preferito non rispondere alla mia lettera… chissá perché!? Interessante fu notare che le critiche quasi solamente arrivarono da preti e suore… chissá perché!?
Lo so, sto rompendo un po’ gli schemi, gli equilibri con questa scelta… e per fortuna che sono andato a vivere lontano da Padova… perché in questi casi gli ex·preti, meglio stiano (anzi quasi sempre sono obbligati a stare) fuori diocesi per la paura dello “scandalo”.
Per prima cosa vorrei chiarire che continuo a sentirmi prete e lo saró sempre per questo non sento giusta la parola “lasciare il ministero”, meglio dire che non mi sembra giusto continuare ad essere prete secondo lo stile clericale e rispettando il celibato cosí come si é instaurato nella tradizione della chiesa. Solo non celebreró piú i sacramenti per rispetto alla gente. Purtroppo é ancora uno scandalo che un prete possa condividere un cammino di amore speciale con una persona, mentre non é uno scandalo che molti preti non abbiano tempo per visitare le persone, che riescano a intascarsi a volte dei soldi illecitamente, che non paghino le tasse, che tengano relazioni sessuali nascoste e spesso con minori, che in Vaticano non si trovi neanche l’ombra dello stile povero di Nazareth del tempo di Gesú, che non ci sia possibilitá di dialogo dentro del clero, che i laici siano solo i destinatari di un messaggio e che non ci sia democrazia, che si continui a calpestare l’invito di Gesú che i piú grandi siano i piú piccoli e i servi degli altri, mentre la burocrazia e l’oligarchia ecclesiástiche si trovino allo stesso livello di alcuni Paesi dittattoriali.…
Seconda cosa, non sento la mia scelta contro la chiesa ma contro il clero… non é la stessa cosa… per fortuna. E in questa linea sono milioni di italiani che per colpa del clero si stanno perdendo la posibilita di un cammino reale e liberante di fede.
Terzo, sono sicuro che saró uno scandalo per alcuni ma una benedizione per altri, anzi una maggior benedizione per il fatto di essere me stesso e di continuare a camminare nella fede e nella chiesa… d’altronde anche Gesú scelse di non essere sacerdote, del clero, e fu di scandalo per molti.
In dieci giorni dal mio ritorno qui a Quito ho potuto finalmente passeggiare e abbracciare alla luce del sole una persona amata e speciale, fare la mia prima intervista di lavoro, presentare per la prima volta un currículum vitae, fare un esame per un posto di lavoro (e giá l’ho ottenuto), andare a messa come uno qualsiasi e resistere alla noia mortale di una celebrazione fredda che non aveva quasi nulla di spirituale, come fa la gente qui…e continua ad amare la chiesa, a partecipare, anche se riceve interiormente pochissimo!
Da lunedí 7 settembre inizieró a lavorare come coordinatore sociale nella Associazione MCCH (Maquita Cushunchic = Diamoci una mano, Comercializando como hermanos), mi sposteró a vivere e a lavorare a Latacunga a 2 ore da Quito, con un lavoro che sará di visita, di accompagnamento nella formazione e nella organizzazione delle piccole e sperdute comunitá della regione Cotopaxi, tra le piú povere dell’Ecuador. In queste comunitá si dá una mano per raggiungere servizi basici come avere l’acqua in casa (ancora difficile per molti), per aiutare le comunitá ad essere unite e solidarie, per difendere il ruolo delle donne e dei giovani ancora marginati, per appoggiare la produzione di prodotti del luogo e farli girare nel mercato nazionale e internazionale come i prodotti equo-solidali. Si stanno incentivando anche dei progetti di turismo solidale in posti naturali fantastici, cosí che, preparatevi… per una vacanza alternativa per il prossimo anno. Tutto questo per impedire che le persone emigrino cercando “il paradiso in Italia… o altrove”.
Per il resto devo dire che sono felice, emozionato, convinto che sia volontá di Dio questa nuova tappa di vita, e desideroso di stare nella chiesa, anche se la vedo con confini molto aperti al soffio dello Spirito e piú visibile tra i poveri, tra i semplici, tra i sognatori, tra i profeti di tutti i giorni, tra le persone che sentono che questo Dio di Gesú é vivo piú che mai e continua ad invitarci a un cambio, secondo me, epocale, dove il ruolo del clero non sará piú cosí necessario come ci hanno insegnato a pensare…
Tra gli amici che poco a poco incontro qui é spontaneo un certo imbarazzo e non riescono proprio a non chiamarmi piú “padrecito” (cioé “don”), e fanno ancor piú fatica che in Italia a capire questa mia scelta… D’altronde per secoli gli abbiamo insegnato che il prete é sacro, divino, un metro sopra gli altri, e quindi qui é piú facile tra il clero avere una doppia vita (moltissimi!) che non accettare che “anche io prete sono prima di tutto un uomo e un cristiano”.
Ho scelto di restare a vivere qui proprio per essere con discrezione e rispetto un segno critico per una cultura religiosa devozionale che dipende troppo dal clero e “aguanta” (cioé sopporta) qualsiasi cosa, rischiando sempre piú di non dar credito alla propria coscienza.. questa realtá che tra il clero si ha paura a formare e a rispettare. Le persone piú critiche e intelligenti di solito qui, per non trovare porte aperte, passano alle chiese evangeliche o alle sétte…!
Proprio per aver ascoltato questa coscienza… e Dio, che secondo me, si nasconde dietro di essa, sono qui, senza molte certezze, ma con ancora piú FEDE e voglia di affidarmi alla amorosa provvidenza del Padre che sempre e tutti ama e sempre e tutti accompagna.
Cercheró ogni tanto, tempo permettendo di scrivere su questo blog, comunque per ogni comunicazione personale la mia mail é fabiofubex@gmail.com e il mio ponte a Padova é Federico Bollettin.

Un abbraccio a te che mi leggi,
Fabio Lázzaro.

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