lunedì 28 settembre 2009

FIGLI SOTTOMESSI?

IL PENSIERO DI ALEXANDER LOWEN, medico psicoanalista, formatosi alla scuola di Wilhelm Reich

Un'accentuazione del potere dei genitori conduce inevitabilmente i figli alla ribellione o alla sottomissione. Ma la sottomissione copre un intimo atteggiamento di ostilità e di ribellione.
Il bambino che si sottomette impara che i rapporti sono governati dal potere e questa è una premessa perchè da adulto lotti per ottenerlo. I bambini imparano presto a giocare lo stesso gioco dei genitori, il gioco del potere. Il modo migliore per aver potere sui genitori è di fare qualcosa che li turba: non mangiare, per esempio, oppure andare male a scuola o fumare. Di fronte a questo comportamento "tranquillamente" distruttivo, i genitori, ridotti alla disperazione, spesso promettono al bambino, se cede, di dargli quello che vuole. Ma dal momento che cedere implica una perdita di potere, la minaccia della ribellione deve essere sempre presente. Una volta che tra genitore e figlio si è instaurata una lotta per il potere, nessuno dei due può più nè cedere nè vincere.

Il conflitto ha generamente origine dal desiderio del genitore di formare il figlio secondo una certa immagine e dalla resistenza che questi vi oppone.

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