domenica 20 settembre 2009

IL SORRISO DI DON RUGGERO




LA VICENDA Sabato mattina alle 6.30, ora locale, don Ruggero Ruvoletto, 52 anni, originario di Vigonovo (VE), missionario fidei donum della diocesi di Padova, è stato assassinato nella sua parrocchia a Manaus in Brasile da tre ragazzi, due dei quali di 18 e 19 anni. Il quartiere dove abitava era ultimamente teatro di vicende simili, criminalità diffusa, furti, omicidi. Norcotraffico, contrabbando di armi. I preti locali non volevano essere mandati in questa zona. Si era sparsa la voce che nella canonica di don Ruggero erano custoditi i soldi di otto comunità cristiane. Ma i ladri, dopo aver trovato solamente una piccola somma, equivalente a 15 euro, lo hanno ucciso con due colpi di pistola nella sua stanza, e sono scappati. Ora sono in corso le indagini. Sarà fondamentale sapere se i tre giovani erano semplici ladri, o sicari mandati da qualche narcotrafficante innervosito.

LE REAZIONI
Oltre ai suoi familiari, tutti i preti di Padova sono sconvolti. Lo ricordano come un uomo semplice, umile, con il sorriso stampato sulla bocca. Qualcuno non ci crede ancora. Il vescovo è addolorato, un macigno gli è cascato addosso. Per ora regna il silenzio, le lacrime, la rabbia, il perdono... don Ruggero è già santo per la sua gente che lo apprezzava come uomo e come prete.


IL MIO RICORDO
Dopo aver ricevuto la tragica notizia, tra un saluto e un bicchiere di vino, durante una festa multietnica, lo stomaco mi si è rivoltato come un calzino. Ho fatto fatica stasera ad ingerire i bocconi della cena. Il suo sorriso l'ho ancora ben chiaro nella mia mente. Non eravamo amici stretti, ma mi era simpatico a pelle. Non conoscevo le sue idee teologiche, ma non era certamente un tipo sovversivo. Mi sembra ancora strano che sia successo proprio a lui, perchè era un moderato, un uomo di dialogo, come molti altri missionari. Non credo l'uccisione sia stata la conseguenza di un suo comportamento offensivo nei confronti di una fetta influente della parrocchia. Certo, lavorava per favorire lo sviluppo delle piccole realtà locali, e a qualcuno forse non piaceva. Ma cosa centravano quei due ragazzi di 18 e 19 anni? Sono stati forse mandati da qualche signorotto? La rabbia per quel misero bottino e la paura di essere riconosciuti... avranno spinto probabilmente i due giovani a compiere l'assurdo gesto. Per noi.
Lì, in Brasile, la vita costa molto meno che da noi, in tutti i sensi. Ma so che continuerà a vivere nel cuore della gente che lo ha amato, anche se era arrivato solamente nel 2006.

RIFLESSIONI IN PUNTA DI PIEDI
Dopo qualche giorno dall'attentato di Kabul, altro sangue italiano sparso brutalmente. Dopo i sei parà in Afghanistan, un missionario in Brasile. I primi almeno sapevano che sarebbero andati in guerra, il secondo no, anche se il Brasile non è l'Italia. Se la domanda per il primo caso è stata: torneranno i nostri militari dall'Afghanistan? Per il secondo caso sarà ugualmente: torneranno i nostri missionari dal Brasile? Se la risposta è no, quale la differenza?
Domani per i sei parà uccisi Alemanno vuole venga esposto il tricolore, e per don Ruggero quale simbolo dovremmo esporre?
Chi il prossimo martire disposto a prendere il suo posto?

DA MEDITARE


"Perchè onorare la morte di mercenari, quando ben pochi si ricordano dei veri testimoni della carità e della giustizia?"
(don Giorgio De Capitani)

Nessun commento:

Posta un commento