mercoledì 23 settembre 2009

LA PILLOLA CHE RITORNA SU'


Oggi la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha dato all'unanimità parere favorevole all'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva RU486. I relatori della commissione sono Raffaele Calabrò del Pdl e Dorina Bianchi del Pd. Quest'ultima ieri ha votato in modo difforme proprio sull'indagine conoscitiva provocando uno scontro all'interno del Partito Democratico che ha convocato una riunione del gruppo per discutere la posizione del senatore dissidente.

Perchè tanta paura di questa pillola o di un testamento biologico di nome e di fatto?
Di chi hanno paura i politi e i senatori contrari alle espressioni concrete di libertà di coscienza e di laicità?

Perchè non fanno altrettanto paura le pillole antidepressive e tutti gli psicofarmaci che uccidono la coscienza di una persona, togliendole il contatto con la Realtà?

Mi collego a queste domande, e riporto la conclusione di una lettera (del 29 agosto)di Fabiola Agostini pubblicata su "Il mattino di Padova", in seguito ad un mio articolo-opinione (del 6 agosto) sulle annunciate scomuniche che vescovi e monsignori vogliono lanciare a coloro che dovessero usare o permettere l'utilizzo della pillola Ru486. Mi son preso dell'incompetente... :)


[...]"Non ha alcun senso sostenere che la scomunica significa per il magistero autoergersi a giudice supremo delle coscienza umane, ruolo che compete solo a Dio, dal momento che Dio ha delegato alla Chiesa il giudizio sui comportamenti umani e la possibilità di perdonare i peccati. La conclusione dell'articolo, poi, è un auspicio ingenuo al volemose ben ".

Da queste parole respiro la certezza che la volontà della Chiesa sia esattamente quella di Dio, "perchè Dio ha delegato la Chiesa..." Dio, a mio avviso, è molto più grande, ha certamente molta più fantasia, creatività, oltre che misericordia e simpatia, di tutte le istituzioni umane che dicono di essere i rappresentanti in terra del Suo volere. C'è chi si accontenta di vivere in un recinto, al sicuro da assalti improvvisi ma limitati nella scoperta della bellezza della Vita, c'è chi invece accoglie la sfida di aprirsi alle novità che la Realtà ci offre. Fuori dal recinto, fuori da qualsiasi certezza, con il desiderio di camminare e incontrare. Quel "voemose ben" (cioè: vogliamoci bene) che cerca di tradurre, intepretando, il mio "nessuno scomunichi nessuno" è lo slogan del buonismo infantile. Il mio intento era invece quello di tradurre,sempre interpretando, il detto di Gesù: "Non giudicate e non sarete giudicate!"

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