martedì 13 ottobre 2009

TRASVERSALITA' DI OPINIONI

LIBERI DI SCEGLIERE SUL FINE VITA

di Federico Bollettin

Sulle questioni cosiddette "eticamente sensibili" esiste un enorme varietà di posizioni e interpretazioni, sia all'interno della Chiesa cattolica sia all'interno del pensiero laico. Al centro dei dibattiti a Padova, in seguito della mozione sul testamento biologico presentata da Marina Mancin di Sinistra per Padova, è tornata alla ribalta la discussione per la libertà di cura sul fine vita. Aldilà delle dichiarazioni ufficiali e conosciute di correnti politiche e della dottrina cattolica, il pensiero dei singoli cittadini italiani sembra ancorarsi principalmente alla coscienza individuale. Un sondaggio di Ballarò riportava, al momento della morte di Eluana Englaro, che il 70% degli intervistati era contrario ad una legge dello stato e della chiesa sulla alimentazione ed alla idratazione forzata, e che la decisione di fine vita spetta all’interessato ed alla famiglia con lui. Marco Politi, vaticanista di Repubblica, mi ha fatto notare che, i fedeli presenti alla messa del papa in piazza San Pietro, interrogati da lui sulle questioni calde che riguardano ad esempio l'uso del preservativo e della pillola, il testamento biologico e i matrimoni gay, riportavano giudizi vari e contrastanti tra loro, sia per il sì che per il no. La cosa strana è che comunque si trovavano insieme a pregare nella medesima piazza. Non è raro dunque imbattersi in una trasversalità di posizioni che, se pronunciate in costesti privi di ufficialità, non hanno nè colore politico nè confessione religiosa. Per quanto riguarda il fine vita, la fondazione Don Gnocchi, che si occupa di ogni forma di fragilità umana, a partire dai bambini mutilati fino agli anziani non autosufficienti, ha distribuito nel luglio 2008 un documento su "Il valore della vita" nel quale, approposito dell'alimentazione e idratazione artificiali, afferma: “In assenza di ogni forma di coscienza-consapevolezza e di relazione visibile... questa situazione a lungo andare e nel suo procedere si può configurare come un vero e proprio accanimento, quando non si accolga l'ineluttibilità della morte e il tecnicismo sovrasti il valore della dignità della relazione”. Dunque non si esclude l'ipotesi di un'interruzione dell'intervento terapeutico qualora diventasse accanimento. Del resto si tratta di "campi che sono opinabili" come li definisce il coordinatore della comunità cristiana di base di San Paolo a Roma, don Giovanni Franzoni, che ha organizzato per venerdì 23 ottobre un'assemblea pubblica di solidarietà ai 41 preti ammoniti dal Vaticano per aver firmato l'appello "Per la libertà sul fine vita" promosso da Micromega.
Alla fin fine – ed è utile sottolinearlo ancora - la maggior parte degli italiani compie determinate scelte in campo morale non tanto sulla base di appartenenze politiche o religiose, ma su quella delle proprie responsabilità e convinzioni. Perchè allora in Italia non esiste una correlazione coerente tra le scelte individuali della maggioranza e le leggi istituzionali che dovrebbero rappresentare l'intera comunità?

(pubblicato su Il Mattino di Padova, sabato 10 ottobre)

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