venerdì 30 ottobre 2009

UN ULTERIORE ESEMPIO DI OMERTA'


Ieri sera c'è stato un incontro ad Abano Terme (Pd), organizzato dalla comunità san Felice Papa, sul tema "Chiesa e pedofilia". Protagonisti della serata due giornalisti, Angelo Di Natale (al centro) e Marco Milioni (a destra), coinvolti in un'inchiesta-denuncia nei confronti di un prete-violento e un prete-pedofilo nella ricca Thiene (Vi). Il secondo è inoltre l'autore del libro "Mani D'Angelo", attualmente sotto sequestro.

Oltre a elencare dati sconvolgenti sul problema della pedofilia nel clero, dagli Stati Uniti all'Irlanda, dal Canada all'Australia, l'incontro è servito, purtroppo, per confermare la tesi secondo la quale quando un rappresentante della Chiesa è influente nella società e nello stesso tempo coinvolto in situazioni compromettenti, l'informazione è pagata a nascondere fatti che potrebbero disturbare quelle relazioni di interesse economico. Penoso. Solo in Italia succedono queste cose! Non è possibile!
Quei due giornalisti, tralaltro non vicentini, credevano di fare il loro dovere: riportare dei fatti, informando la comunità di quello che stava accadendo in una parrocchia di Thiene. Solo accuse di diffamazione hanno ricevuto, nessun confronto. Le persone interessate hanno boicottato qualsiasi iniziativa disposta a chiarire, a valutare attentamente la delicata situazione.
Insomma dalla magistratuta alle forze dell'ordine di Vicenza, si è riscontrato un ridicolo caso di servilismo nei confronti dell'autorità ecclesiastica territoriale.

Non serve fare i nomi. Non serve fare polemica. Qui si tratta di persone "malate" che necessitano di adeguate cure, altrimenti non fanno altro che passare il testimone della violenza ad altri futuri pedofili. Come mi ha spiegato don Franco Barbero, che accompagna un gruppo di 7 persone coivolte nella pedofilia, ognuna di loro ha subito in passato delle violenze. E' una catena diabolica, purtroppo, difficile da tranciare, soprattutto se per salvare il buon nome di una istituzione si usa l'omertà e per guarire il malato si usa il silenzio o un trasferimento.

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