mercoledì 30 dicembre 2009

L'ULTIMA LETTERA DELL'ANNO

...ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE E MEDITARE!

Caro Federico,
ho appena finito di leggere il tuo libro…l’ho letteralmente divorato forse perché ciò che avete vissuto tu e Kate è molto simile a quello che è accaduto a me. Non so se raccontarvi la mia esperienza sia la cosa giusta, ma sento che comunque riuscirete a capirmi più di quanto possano riuscirci i miei migliori amici.
Ormai più di 9 anni fa nella mia parrocchia è arrivato un nuovo cappellano, un nuovo “don”. Ero ancora piccola, facevo la terza media, ero ancora un’animata…e gli animati vedono il “don” come un idolo, come una guida, soprattutto quando questo “don” si dimostra estroverso, carismatico, simpatico e attento all’umanità di ogni persona… prete diverso dagli altri.
Anche a me è subito piaciuta la sua energia, ma soprattutto mi ha colpito la sua spensieratezza e leggerezza…aveva poco del prete…era un giovane tra i giovani!
Con il passare degli anni sono stata contagiata dalla sua vivacità e dalla sua passione per i ragazzi e ho iniziato a trascorrere molto tempo negli ambienti parrocchiali: ero diventata animatrice!
Le esperienze fatte insieme al “don” si sono moltiplicate, la conoscenza reciproca si è approfondita…c’era sempre un abbraccio per aiutarmi a ritrovare la carica, per consolarmi o anche solo per darmi il buongiorno e per dirmi “Ti voglio bene”. Avevo trovato veramente un amico speciale, una persona che sapeva ascoltare, che mi leggeva dentro, che capiva come stavo anche solo con uno sguardo, che sapeva come e quando rimproverarmi, che aveva fiducia in me e mi aiutava a tirar fuori il meglio di me in ogni situazione.
Sono cresciuta tanto grazie a lui, sono diventata una donna. Questo rapporto di affetto e di complicità è durato fino a quando il mio “don” mi dice di essersi innamorato di me, di provare dei sentimenti molto forti nei miei confronti…dalle sue parole lasciavo trasparire tanta paura per ciò che sarebbe successo.
Subito sono rimasta senza parole e non sono riuscita a dire nulla. Avevo bisogno di pensare: com’era possibile? Il “don” si era innamorato di me!?!?!?!?
Ma subito queste domande sono state cancellate e il sentimento ha preso il sopravvento. In effetti, anch’io ero innamorata di lui ma non ho mai voluto e non sono mai riuscita a dare un nome concreto ai sentimenti che provavo…forse anch’io avevo troppa paura!
Da quel momento è iniziata la nostra clandestina e travagliata relazione. Abbiamo tentato più volte di allontanarci, di fare a meno l’uno dell’altro, “per il tuo e per il mio bene” ci dicevamo.
Ma puntualmente ci ritrovavamo l’uno tra le braccia dell’altro, a darci appuntamento in qualche posto sperduto per riuscire a stare insieme, in una gabbia di bugie e scuse incastrate perfettamente perché nessuno sapesse.
Era lacerante, pesante ma anche bellissimo, meraviglioso! Ci siamo amati veramente tanto…e abbiamo sentito la vita presente come non mai!
Lui mi ha più volte chiesto “ma cosa pensi di me: un prete che si innamora perdutamente di una ragazza?” e io gli ho sempre detto che per me non era un problema, anzi, amavo il suo essere prete al servizio e alla ricerca del Regno di Dio e sempre ho pensato che un uomo, e una donna, sono completi solo quando amano e sono amati. Solo quando hai qualcuno al tuo fianco che non è lì solo perché gli fa comodo ricevere e dare qualche volta un bacino, una carezza, un po’ di affetto ma sta accanto a te perché crede in te, perché desidera crescere insieme a te, perché con te ha un grande progetto di vita.
Sono stati 2 anni della mia vita che non scorderò mai… eh, sì…alla fine è arrivato il momento della separazione. Lui è partito per... e io sono rimasta nella quotidianità di sempre tra studi universitari e animazione. Il mio cuore avrebbe voluto buttare all’aria tutto, urlare al mondo il mio amore per lui, iniziare una vita insieme… ma alla fine l’ingiustizia ha vinto. Non so che cosa ci riserverà il futuro…io so solo che non posso smettere di amare, non riesco a pensare alla mia vita se non con lui…sono passati ormai 2 anni dalla sua partenza…ci sono stati dei momenti in cui ho provato rabbia nei suoi confronti…”per stare dietro a questo ho perso anni preziosi della mia giovinezza, vaff..”…momenti in cui ho sentito forte il peso dell’ingiustizia che ho vissuto…”ma perché??? proprio io dovevo innamorarmi del prete? Perché queste regole assurde da rispettare? È tradizione?”…momenti in cui ho ringraziato Dio per avermi fatto incontrare l’Amore…momenti in cui ho sperato di ritornare a vivere quei magici momenti…ma soprattutto momenti di dubbio, di incertezza, di precarietà…”Cosa vuole la vita, Dio da me? Cosa vogliono dirmi?”…
Non ho superato il dolore, ci sono dentro fino al collo e il cuore ne è immerso!!!

Ti scrivo non per avere risposte… ma perché avevo bisogno di condividere quello che mi è successo con qualcuno! I miei amici, i pochi che lo sanno, ormai sono stanchi di sentirsi raccontare questa storia…per loro io sono “guarita”…ora è il momento di trovarsi il fidanzato…purtroppo non è così!
Ammiro il coraggio che hai avuto nell’andare controcorrente…è il coraggio che avrei voluto avere anch’io!!!
Non ho scritto nomi e cognomi di nessuno…penso non sia importante…forse conosci già la nostra storia, o forse no!
Ti ringrazio per l’ascolto e per il libro che hai scritto…buona vita!

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