giovedì 7 gennaio 2010

RIFLESSIONE SULLE STRUTTURE PARROCCHIALI

LE STRUTTURE PARROCCHIALI NON SONO DI TUTTI?
(tratto da Ballabio news del 5.1.2010)

C'è molta confusione dalle nostre parti riguardo alla proprietà e all'utilizzo delle strutture parrocchiali (Oratorio compreso) che spesso sono le uniche esistenti sul territorio. Si tende a pensare che siano "di tutti e aperte a tutti" ma nella realtà non è così. In questo periodo di crisi di adesioni alla Chiesa si evidenziano le carenze di infrastrutture laiche che sono veramente "di tutti e aperte a tutti".
Sta suscitando non poche perplessità e qualche polemica la decisione del parroco don Achille di non avallare il progetto del GSO Ballabio di ristrutturare l'oratorio di San Lorenzo, trasformandolo in un centro sportivo “all'ombra del campanile” per rispondere alle esigenze degli oltre 150 bambini e ragazzi che giocano a calcio nelle squadre della società legata alle parrocchie.
Al di la della motivazione ufficiale della parrocchia di san Lorenzo che diventerà il centro della futura Comunità pastorale e sede di una eventuale parrocchia unica, con relativa destinazione anche delle strutture dell'Oratorio, ci sembra opportuno fare alcune considerazioni.
 
Nel nostro territorio c'è molta confusione, anche tra i fedeli, nel ritenere le proprietà della Chiesa “di tutti ed aperte a tutti" e che chiunque ne possa disporre perchè realizzate in passato con la fatica, le offerte e le donazioni “dei nostri padri” anche perchè spesso sono le uniche esistenti sul territorio. In realtà la Chiesa ha sempre ben giocato sul semplice concetto in cui si afferma che le proprietà parrocchiali (tra cui l'Oratorio) sono “di tutti”, omettendo però la parte relativa al “non aperto a tutti perchè di proprietà della Chiesa, un ente privato” ritenendolo superfluo in periodi passati di massima partecipazioni ed adesione alla fede. Pensiero semplice, legato al messaggio cristiano della Buona Novella ma diventato in questi tempi di profonda crisi per la Chiesa cattolica in tutto l'occidente un ben più chiaro “gli ambienti parrocchiali sono aperti a tutti ma disponibili solo a chi ci sta a seguire un certo percorso di fede e ad operare sotto la responsabilità (ma soprattutto il gradimento) di parroco e affini vari” su cui il fedele non esercita alcun controllo o giudizio, essendo questo di pertinenza esclusivamente vescovile.
L'idea delle strutture parrocchiali “di tutti” ha ben funzionato fino agli anni '90 e nessuno a livello politico (locale e regionale) si poneva il problema di realizzare un progetto laico anche di strutture di aggregazione per bambini, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti - quello si aperto a tutti senza distinzione di credo religioso, cultura e di convinzioni politiche. Nel 2003 (>>> L. 203/2003) è stata approvata, in piena crisi degli oratori, una legge ad hoc che riconosce proprio all'Oratorio “la funzione sociale svolta” detassando gli immobili e convogliando su di essi cospicui finanziamenti regionali, provinciali e comunali. Si pensi che finanziamenti previsti agli oratori da parte della Regione Lombardia sono di 3 milioni di euro nel 2010 e 5 milioni nel 2011, per un totale di 8 milioni.
Nel biennio 2008-2009 i finanziamenti ammontavano invece a 10 milioni di euro (1). Si tenga conto che gli oratori della Diocesi di Milano attualmente coinvolgono nelle proprie attività “solo” il 17% circa della popolazione giovanile tra i 6 e i 30 anni. La situazione non è migliore nelle altre Diocesi lombarde.E per la restante parte (ben 83%) della popolazione giovanile, che cosa c'è? Per questi bambini, ragazzi, adolescenti e giovani pare non esserci alcun interesse della classe politica regionale, provinciale e comunale. Basta spulciare nei programmi elettorali per non trovare nulla relativamente ad iniziative laiche per la maggior parte dei giovani. A Ballabio è arenato da marzo un "misterioso" progetto giovani più volte rinviato nell'attuazione pare per "mancanza di fondi".

In questi ultimi anni, quando la frequenza degli ambienti religiosi si è ridotta ai minimi termini, si sono evidenziate le carenze strutturali, aggregative e ricreative laiche del nostro territorio. Mancano centri giovanili (che non hanno nulla a che vedere con i Centri sociali), mancano centri sportivi comunali, ritrovi organizzati, cineteatri pubblici laici ecc.

Le amministrazioni comunali di tutta la provincia negli ultimi 20 anni hanno dato vita ad un notevole boom di edilizia privata attirando nel proprio territorio un numero crescente di abitanti ma “dimenticando” di realizzare le relative strutture ricreative pubbliche. “Tanto vanno tutti all'Oratorio”, ci si sentiva rispondere da chi gestiva il potere in quegli anni. Questo succede anche oggi con gruppi e associazioni “costretti” ad affittare spesso a caro prezzo le proprietà oratoriane per incontri, convegni e manifestazioni che non c'entrano nulla con il luogo che le ospita e che allontanano chi per credo o convinzioni non si riconosce con la linea di parroci, suore o laici e ha “fastidio” a frequentare certi ambienti.

A Ballabio un esempio sono i 20.000 € che l'amministrazione Goretti conta di elargire alle parrocchie per ristrutturare il cine-teatro dell'Oratorio di San Lorenzo utilizzato finora solo una decina di volte all'anno, quasi esclusivamente da associazioni legate alle parrocchie.

A fare le spese di questa situazione sono soprattutto adolescenti e giovani “costretti” a frequentare bar o pub o a ritrovarsi all'addiaccio perchè l'unico possibile ritrovo è l'Oratorio - spesso chiuso - nel quale non si riconoscono; e per frequentarlo sono costretti a sorbirsi degli incontri di catechesi che non gradiscono.

E' curioso come nella maggior parte degli Oratori della nostra zona a funzionare per tutte le fasce d'età sia lo sport, unica attività laica da sempre slegata dalle altre iniziative oratoriane; questo, non c'è dubbio, dà molto fastidio in un periodo in cui “le altre” attività raccolgono poco consenso presso famiglie e ragazzi.

(1) Fonte: Portale famiglie della Regione Lombardia

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