sabato 2 gennaio 2010

UN PO' DI STORIA: CHI CONVERTI' CHI?

(Ho composto questo testo prendendo spunto e citando alcune espressioni dal bellissimo libro di Josè Maria Vigil "Teologia del pluralismo religioso")

CHI CONVERTI' CHI?

Durante le feste natalizie, dove il racconto biblico della nascita di Gesù si unisce alla dimensione profana dei centri commerciali, delle feste e dei cenoni, dovremmo farci sinceramente una domanda: Gesù ha convertito il mercato moderno o Lui stesso si è convertito al mercato moderno?
Le radici di una confusione che si perpetua nel tempo risalgono ai primi secoli, dal 311 al 392, quando il cristianesimo accettò con piacere di occupare il posto della religione pubblica ufficiale romana. La festa pagana del 25 dicembre dedicata al Sol Invictus, divenne la festa del Natale cristiano. I templi furono svuotati delle statue dei loro idoli e ornati con il crocifisso o con l'immagine del Pantocrator.
Ancora oggi il turista può vedere nel Pantheon di Roma il Cristo Re seduto sul trono centrale prima occupato da Giove. Vedendolo, bisogna domandarsi: chi ha convertito chi? Gesù ha convertito Giove, o Gesù è stato convertito in Giove? Il Cristo Re, seduto sul suo trono imperiale, con il suo scettro e la sua maestà, può essere realmente Gesù di Nazareth, o è in fondo il Giove tonante semplicemente mascherato da Cristo?
Il fatto che la Chiesa si sia trasformata nella religione di Stato non fu perchè i dirigenti dell'impero avessero una personale fede in Gesù, ma soprattutto perchè negli ambiti decisionali si intuì con certezza che poteva essere lo strumento per sostenere in maniera più efficace la coesione e l'unità politica. Poco importava il messaggio cristiano in sè.
Poco importa oggi conoscere il messaggio teologico che gli evangelisti vogliono trasmettere attraverso i racconti della nascita di Gesù. Ciò che interessa è mostrare e difendere il Presepio e la Croce nei luoghi pubblici.
La fede cristiana e la sua tradizione, prima che Costantino passò a considerare il Dio cristiano come il suo dio protettore nelle guerre e nelle battaglie, consiste in un messaggio non localistico, ma universale, fondato sull'amore di Dio e del prossimo. Quello che è accaduto nei primi secoli e che ormai si è consolidato con la cattolicità, non è altro che un tradimento, pur inevitabile e assolutamente necessario, della figura di Gesù. Il messaggero ha soppiantato il messaggio. Chiaro, se non fosse stato così probabilmente tutti i suoi seguaci sarebbero morti sulle colline della Galilea.
Ma la domanda rimane: si può immaginare che Gesù avrebbe accettato di essere appeso ovunque, nelle pareti dei palazzi e delle scuole di una società così ingiusta, senza aver preteso prima che questa società smettesse di essere ingiusta e di essere oligarchia, stabilendo l'amore come legge sociale e i valori evangelici come norma sociale?

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