martedì 3 novembre 2009

LA QUESTIONE DEL CROCIFISSO

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha bocciato la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. Con una sentenza sul caso sollevato da Soile Lautsi, un'italiana che vive ad Abano Terme, la Corte di Strasburgo ha stabilito che la "l'esposizione obbligatoria di simboli religiosi, in particolare nelle aule scolastiche" viola "il diritto dei genitori di educare i propri figli in conformità con le proprie convinzioni e quello dei bambini a credervi o non credervi".

"La presenza del crocifisso" scrive la Corte nella sentenza, "che è impossibile non notare nelle aule, può facilmente essere interpretata da alunni di ogni età come un simbolo religioso e quindi dare la sensazione di essere educati in un ambiente scolastico che porta impresso il marchio di una data religione".

Secondo la Corte "questo potrebbe essere confortante per gli alunni religiosi, ma disturbare colori i quali praticano altre religioni o sono atei, in particolare se appartengono a minoranze religiose". Da qui la decisione unanime della Corte che l'istituto comprensivo statale 'Vittorino da Feltre" di Abano Terme, dove studiano i due figli della donna di 11 e 13 anni, ha violato il diritto all'istruzione e quello alla libertà di pensiero, coscienza e religione.

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